Credito d’imposta Sud, così la riapertura dei termini non basta

Confagricoltura critica la scelta di ancorare l’ammontare del credito d’imposta ammissibile al massimale di aiuti previsto per la crisi ucraina

credito d'imposta

La riapertura dei termini per presentare la richiesta del credito d’imposta Sud per gli investimenti effettuati nel Mezzogiorno nel corso del 2023, non risponde in modo adeguato alle legittime aspettative degli imprenditori agricoli operanti del Sud Italia. E’ quanto lamenta Confagricoltura, evidenziando che le aziende da più di un anno attendevano il ripristino delle condizioni per fruire del credito d’imposta, così come definite dalla legge n. 208/2015, dopo il blocco causato da una palese incongruenza della procedura autorizzativa da parte dell’amministrazione pubblica.

L’aver ancorato l’ammontare del credito d’imposta ammissibile al massimale di aiuti previsto dal “Quadro temporaneo di crisi per aiuti a sostegno dell’economia a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina” – spiega Confagricoltura – penalizza in modo rilevante le imprese agricole che hanno utilizzato altre misure di incentivo agli investimenti per contrastare gli effetti negativi della congiuntura causati dalla pandemia e dal conflitto bellico.

Con la riapertura della richiesta del credito d’imposta Sud in questi termini – conclude la Confederazione – si riduce in modo significativo la concessione del credito d’imposta per chi ha programmato e realizzato gli investimenti sulla base di scelte imprenditoriali confidando nella normativa di riferimento allora vigente.

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