Olio greco in Italia, scatta l’allarme: Cia Puglia punta sul patto etico

Cia Puglia e associazioni del settore lanciano un patto etico per difendere la qualità dell'olio italiano e sensibilizzare i consumatori

Negli ultimi giorni, è giunta la notizia dell’arrivo di olio greco in Italia, sollevando preoccupazioni tra i produttori locali. Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia, ha dichiarato che l’arrivo di olio d’oliva proveniente da altri Paesi dell’Unione Europea è consentito, ma non può essere venduto come prodotto italiano, perché ciò danneggerebbe l’immagine e l’economia dell’olio italiano. Questa posizione è stata espressa durante la presentazione ad Andria di un nuovo patto etico, volto a rafforzare la filiera olivicola nazionale e a sensibilizzare i consumatori verso un consumo consapevole.

Il patto, nato dall’iniziativa di Cia Agricoltori Italiani di Puglia, coinvolge diverse associazioni e consorzi del settore olivicolo, tra cui Italia Olivicola, Aifo, Foi e Unaprol, insieme a realtà dell’industria come Assitol. L’obiettivo è promuovere un’alleanza tra produttori, frantoiani e distributori, per difendere la qualità dell’olio italiano e creare condizioni eque sul mercato globale. Come affermato da Onofrio Spagnoletti Zeuli, imprenditore agricolo di Puglia, unire le forze è cruciale: “Dobbiamo valorizzare questo eccezionale prodotto e sostenere l’economia del territorio”.

Il patto etico si fonda su un impegno per la trasparenza verso i consumatori, con la promessa di educare il pubblico all’importanza dell’olio italiano e delle sue caratteristiche uniche. Questo accordo intende inoltre contrastare le “scorciatoie” che alcuni importatori potrebbero utilizzare, aggirando le normative di origine. Sicolo ha spiegato che sono in corso verifiche alle dogane, per capire chi sta approfittando di tali pratiche a scapito dei produttori locali.

La tutela dell’olio italiano è, quindi, non solo una questione economica, ma anche ambientale e culturale. Gli uliveti pugliesi, con le loro varietà e metodi di coltivazione storici, rappresentano un patrimonio di biodiversità che rischia di essere compromesso dalla concorrenza non regolamentata. Zeuli ha sottolineato l’importanza di valorizzare queste coltivazioni, definendole una “foresta di piante eccezionali” che arricchisce non solo il territorio ma anche la qualità della produzione. La sinergia tra i diversi attori della filiera dovrebbe consentire di evitare i prezzi imposti dai grandi gruppi industriali, contribuendo a sostenere il comparto olivicolo in Italia.

In questo contesto, la sinergia tra produttori, frantoiani e distributori è vista come una via per rafforzare l’identità e il valore del prodotto italiano anche in un mercato sempre più globalizzato. Con l’impegno congiunto delle varie associazioni, il settore mira a ottenere condizioni migliori, che possano garantire la sostenibilità e la crescita dell’olivicoltura italiana.

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