Secondo un’indagine condotta dalla Camera di commercio Pordenone-Udine, solo il 36% delle imprese ha una consapevolezza moderata o elevata della transizione 5.0. Questo nuovo paradigma, che unisce trasformazione digitale, sostenibilità e innovazione tecnologica, si propone come un modello di sviluppo che può portare significativi benefici economici e operativi, ma anche miglioramenti ambientali e sociali. Tuttavia, una buona parte delle aziende, pari al 35%, dimostra un basso livello di consapevolezza su questo tema, mentre il 29% ammette di non conoscerlo affatto.
Obiettivi e benefici attesi della transizione 5.0
Il presidente della Camera di commercio, Giovanni Da Pozzo, ha spiegato che l’indagine ha l’obiettivo di aiutare l’ente a offrire alle imprese servizi e supporti informativi in linea con le esigenze locali. Dai risultati emerge che il 48% delle aziende partecipanti ritiene che la transizione 5.0 possa portare a una maggiore efficienza operativa. Altri benefici attesi includono un miglioramento del benessere sul luogo di lavoro (34%), un incremento della produttività (25,5%) e un impatto positivo sulla sostenibilità ambientale (23,5%).
Tecnologie 5.0: adozione e resistenze
La realtà dei fatti, però, mostra come quasi la metà delle imprese (44,5%) non abbia ancora introdotto alcuna tecnologia collegata alla transizione 5.0. Tra le aziende che invece hanno già avviato un cambiamento, il 34% ha implementato sistemi di gestione dei dati, l’11% utilizza tecnologie di intelligenza artificiale (IA), il 9% ha introdotto l’Internet of Things (IoT), il 7% ha integrato soluzioni di automazione industriale, mentre il 5,5% impiega realtà aumentata e virtuale, e solo l’1,5% si avvale della robotica collaborativa.
L’adozione dell’intelligenza artificiale risulta ancora molto limitata: l’89% delle imprese intervistate non utilizza soluzioni basate sull’IA e nel 63,5% dei casi non è previsto il suo impiego futuro. Solo il 25,5% delle aziende esplora possibilità di utilizzo, segnale di una prudenza ancora diffusa verso l’adozione di questa tecnologia innovativa.
Investimenti e incentivi: un percorso da incentivare
Negli ultimi tre anni, il 77,5% delle imprese non ha realizzato investimenti legati alla transizione 5.0, evidenziando una certa resistenza economica e culturale. Guardando ai prossimi tre anni, le prospettive non migliorano sensibilmente: il 70,5% delle aziende non prevede di investire in transizione 5.0. Le imprese che hanno beneficiato di incentivi o agevolazioni fiscali rappresentano una minoranza, pari solo al 3%. Questo dato evidenzia l’urgenza di politiche mirate che incentivino l’adozione della transizione 5.0, con l’obiettivo di rendere accessibili le tecnologie digitali anche alle piccole e medie imprese.
Una sfida per il futuro
La transizione 5.0 richiede un cambio di mentalità e una maggiore conoscenza delle potenzialità delle tecnologie digitali, necessarie per competere su mercati globali in continua evoluzione. L’obiettivo è trasformare questa sfida in un’opportunità, creando un sistema economico più efficiente, sostenibile e resiliente, capace di attrarre investimenti e rispondere alle sfide ambientali e sociali. La Camera di commercio Pordenone-Udine, con questo studio, intende supportare le aziende friulane nel percorso verso un futuro più tecnologico, che sia allineato con gli obiettivi di sostenibilità e innovazione necessari per affrontare le sfide del nostro tempo.