A partire dall’alba di oggi e per tutta la giornata, i lavoratori dell’ABS di Cargnacco (Udine) hanno avviato uno sciopero massiccio, bloccando forni e produzione nell’acciaieria fin dalle ore 1:00 della notte. Con una partecipazione del 95% dei 1.300 dipendenti, questa mobilitazione è la più estesa degli ultimi vent’anni per l’azienda e rappresenta un segnale forte da parte dei sindacati, che hanno già approvato un pacchetto di 40 ore di sciopero da utilizzare anche per altre quattro giornate, se non si raggiungeranno risultati nelle trattative.
Le motivazioni della protesta
Alla base della mobilitazione c’è la contestazione per la mancata erogazione del premio di risultato per i dipendenti, nonostante gli utili del gruppo e gli ingenti investimenti programmati a Pozzuolo del Friuli per un valore di 570 milioni di euro. I sindacati denunciano inoltre la carenza di relazioni sindacali pacifiche, e la disdetta dell’accordo quadro sull’integrativo aziendale a dicembre 2023 ha ulteriormente peggiorato la situazione.
Le richieste dei sindacati
Davide Bassi della CGIL FIOM Udine ha ricordato come il premio di produzione, pari a circa 800-1200 euro annui, fosse un sostegno importante per i lavoratori impegnati in condizioni particolarmente difficili, tra cui turni notturni e temperature elevate che rendono il lavoro logorante.
Anche Giorgio Spelat della UILM UIL Udine ha ribadito che le richieste dei sindacati si concentrano su un incremento dei premi già esistenti, per un valore di 150 euro mensili per lavoratore, contro l’offerta attuale dell’azienda che si limita a un “premio di efficienza” di 1,60 euro al mese, ritenuto dai sindacati del tutto insufficiente.
Prospettive e prossimi passi
I sindacati si dicono pronti a continuare con ulteriori giornate di sciopero se non si registreranno progressi nelle trattative. La mobilitazione evidenzia le crescenti tensioni tra i lavoratori e la dirigenza, in un contesto in cui gli investimenti del gruppo non sembrano tradursi in benefici per i dipendenti.