L’Osservatorio sull’economia del Friuli Venezia Giulia, presentato dalla Camera di Commercio Pordenone-Udine, ha delineato un quadro complesso, caratterizzato da luci e ombre, secondo il presidente Giovanni Da Pozzo. Il rapporto semestrale, elaborato dal Centro Studi dell’ente camerale con il supporto dei ricercatori della sede di Banca d’Italia di Trieste, mostra segnali di stabilità nelle imprese e una lieve crescita, soprattutto nei comparti dei servizi e delle costruzioni, che trainano anche l’incremento occupazionale. Tuttavia, il credito alle imprese è in contrazione, con una particolare difficoltà nel settore edilizio, e si prevede un rallentamento delle assunzioni a partire dall’estate 2024.
Sfide per il manifatturiero e impatto del mercato tedesco
La situazione si presenta più complessa per il settore manifatturiero, che risente fortemente delle difficoltà del mercato tedesco, un partner strategico per le imprese del Nordest, in particolare per il Friuli Venezia Giulia. Questa esposizione rende il 2024 un anno particolarmente sfidante per il comparto, che continua a dover fronteggiare un calo della domanda estera.
Occupazione e crescita delle imprese
Nonostante le difficoltà, i dati dell’Osservatorio mostrano una leggera crescita delle imprese regionali dello 0,15% tra il terzo e il secondo trimestre, e dello 0,3% su base annua. Il settore dei servizi, in particolare nelle aree professionali, scientifiche, tecniche e finanziarie, sta registrando un’espansione, insieme alle costruzioni, sebbene per quest’ultimo si preveda una riduzione della spinta di crescita nei prossimi tre anni. Sul fronte occupazionale, il tasso di disoccupazione si attesta al 3,4%, con il settore delle costruzioni che registra un aumento di 2.400 occupati (+7,1%), mentre commercio e servizi aggiungono 8.500 posti di lavoro (+2,4%).
Transizione economica e difficoltà di reperimento del personale
Un tema rilevante emerso è la difficoltà di reperimento delle figure professionali, che riguarda il 58% delle assunzioni previste, come evidenziato dai dati Excelsior. Da Pozzo ha sottolineato l’importanza di una gestione oculata in un contesto internazionale complesso e mutevole, che richiede flessibilità e adattabilità da parte del sistema produttivo regionale.
Impatto del disaccoppiamento economico con la Cina
Secondo Alessandro Carpinella, senior partner di Prometeia, oltre alle difficoltà legate alla Germania, bisogna guardare al contesto globale e alla crescente separazione tra i sistemi economici occidentali e quello cinese, noto come disaccoppiamento. Questo processo, pur lento, avrà effetti importanti sul commercio e sulla produzione internazionale nei prossimi anni, influenzando anche le dinamiche dell’export italiano.
Italia tra resilienza e sfide strutturali
Carpinella ha poi evidenziato che, nonostante il rallentamento economico, l’Italia continua a mostrare una certa resilienza. Il Pil reale pro capite italiano è uno dei più alti d’Europa, e le imprese italiane sono tra le meno indebitate del continente, evidenziando una solidità finanziaria. Tuttavia, permangono sfide strutturali come la gestione del debito pubblico e la necessità di un nuovo paradigma per affrontare le transizioni green e tecnologica, che stanno trasformando il sistema produttivo.