Secondo l’elaborazione dei dati Istat realizzata dalla CGIA di Mestre, l’economia non osservata, che include lavoro nero, sottodichiarazione e altre attività non dichiarate, è in calo in tutta Italia con l’unica eccezione del Molise. Questo fenomeno, che rappresenta una parte rilevante dell’economia nazionale, si concentra maggiormente nelle regioni del Nord, dove il numero di abitanti e il livello di ricchezza prodotta sono superiori rispetto al resto del paese.
Nel dettaglio, il Trentino Alto Adige ha registrato una riduzione dell’economia sommersa: in provincia di Trento si è passati da 1.811 milioni di euro nel 2019 a 1.731 milioni nel 2021, con un calo del 4,4%. In Alto Adige, il calo è stato meno pronunciato, con una riduzione di 36 milioni, portando il valore a 1.864 milioni di euro (-1,9%).
Lombardia, Lazio e Campania sono le regioni con i valori assoluti più alti di economia non osservata, rispettivamente con 31,3 miliardi, 20,9 miliardi e 18 miliardi di euro. Tuttavia, se si considera l’incidenza sul valore aggiunto regionale, le regioni del Sud sono le più colpite: la Calabria ha il tasso più alto con il 19,2%, seguita dalla Campania (18%), Puglia (17,6%) e Sicilia (17,3%).
Parallelamente, anche l’evasione fiscale ha subito un calo significativo. Nel 2021, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stimato che l’evasione tributaria e contributiva è scesa a 82,4 miliardi di euro, con una riduzione di 17,8 miliardi rispetto al 2019. Di questi, 72 miliardi sono legati alle entrate tributarie e 10,4 ai contributi.
Quali sono gli strumenti che hanno favorito questa riduzione? Tra i principali fattori ci sono:
- Compliance fiscale: la conformità alle normative e ai regolamenti è stata rafforzata, rendendo più difficile per le aziende eludere le loro responsabilità fiscali.
- Fatturazione elettronica: l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica e dell’invio telematico dei corrispettivi ha reso più trasparenti e tracciabili le transazioni, riducendo le possibilità di evasione.
- Split payment e reverse charge: questi meccanismi, applicati principalmente nelle transazioni con la Pubblica Amministrazione e nel settore delle costruzioni, hanno permesso di ridurre il rischio di evasione IVA, trasferendo direttamente l’imposta all’amministrazione finanziaria o obbligando l’acquirente a emettere un’autofattura per il pagamento dell’IVA.
Questi strumenti hanno dimostrato la loro efficacia nella riduzione dell’economia sommersa e dell’evasione fiscale, contribuendo a migliorare la trasparenza e la legalità del sistema economico italiano. La sfida per il futuro sarà mantenere questo trend positivo, rafforzando ulteriormente i controlli e continuando a migliorare gli strumenti di monitoraggio e prevenzione.