Durante lo sciopero nazionale del settore automotive, Antonio Caprio, segretario confederale della Ugl di Bari e Bat, ha espresso forti preoccupazioni riguardo alla direttiva europea che prevede l’eliminazione del motore termico entro il 2034. Secondo Caprio, la transizione verso il green potrebbe mettere a rischio migliaia di posti di lavoro, soprattutto in Puglia, dove si stima che solo un quinto degli attuali lavoratori del settore potrebbe mantenere il proprio impiego.
La protesta è stata organizzata dalle segreterie provinciali e regionali della Fismic-Confsal e UglM, coinvolgendo una delegazione sindacale che è stata ricevuta dalla Regione Puglia. La preoccupazione principale è che la transizione verso l’elettrico non sia fattibile nei tempi previsti e che molte persone, soprattutto quelle con una lunga esperienza nel settore, possano avere difficoltà a riqualificarsi per nuove mansioni.
Il presidente della Task force Lavoro, Leo Caroli, e l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Anna Grazia Triggiani, hanno ascoltato le istanze dei sindacati e proposto l’attivazione di un tavolo di crisi permanente. L’obiettivo del tavolo sarà discutere soluzioni per tutelare i lavoratori e garantire una transizione più sostenibile verso le nuove tecnologie, con il coinvolgimento delle istituzioni locali, nazionali ed europee, inclusa la presenza di Antonio Decaro, presidente della Commissione Ambiente dell’Unione Europea.
Caprio ha sottolineato l’importanza della transizione green, ma ha anche evidenziato che la tempistica della direttiva non tiene conto della realtà lavorativa di migliaia di operai, molti dei quali hanno cinquant’anni e difficilmente potranno essere riqualificati per nuove mansioni nell’ambito delle tecnologie elettriche. Una delle possibili alternative proposte dal sindacato è puntare su tecnologie complementari, come l’idrogeno e i carburanti ecologici, che permetterebbero di mantenere parte dell’attuale struttura produttiva.
Questa vicenda riflette le tensioni tra l’urgenza della transizione ecologica e la necessità di garantire una sostenibilità sociale ed economica per i lavoratori coinvolti. La crisi del settore automobilistico in Italia è un tema centrale, in particolare per regioni come la Puglia, dove gran parte della forza lavoro dipende da aziende come Stellantis e l’indotto della componentistica.