Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha presieduto la cerimonia per il riavvio dell’altoforno 1 nello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto, fermo da agosto 2023 per manutenzione. Il riavvio dell’impianto, che si affianca all’altoforno 4, attivo dallo scorso gennaio, dovrebbe contribuire a una graduale ripresa della produzione siderurgica. Tuttavia, l’altoforno 1 è destinato a fermarsi nuovamente nei primi mesi del 2025 per il rifacimento del crogiolo, quando subentrerà l’altoforno 2.
Proteste all’esterno della fabbrica
Durante la cerimonia, all’esterno della fabbrica, si è svolto un sit-in di protesta da parte di cittadini e rappresentanti di associazioni. Per i manifestanti, la riaccensione dell’altoforno, basato su una tecnologia a carbone, rappresenta una minaccia ambientale e non tiene conto delle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) e della Corte di giustizia europea, che in passato hanno evidenziato problemi legati all’inquinamento dell’area.
Gli attivisti avevano simbolicamente preparato un “foglio di via” da consegnare al ministro Urso, esprimendo la loro contrarietà alla decisione di riavviare l’altoforno senza una radicale riconversione del ciclo produttivo.
La posizione delle autorità
Alla cerimonia, trasmessa in differita nella sala conferenze, erano presenti autorità locali, tra cui la prefetta Paola Dessì, i vertici delle forze dell’ordine, rappresentanti delle associazioni datoriali e sindacati. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, aveva declinato l’invito a partecipare, ribadendo che gli sforzi istituzionali devono essere indirizzati esclusivamente verso una riconversione sostenibile del ciclo produttivo dello stabilimento siderurgico.
Durante l’evento, Giancarlo Quaranta, commissario straordinario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, ha sottolineato che non si trattava di una celebrazione, ma di uno sforzo per riportare lo stabilimento alla normalità.