Dopo anni difficili segnati dalla moria e dalla batteriosi, il settore della coltivazione di kiwi in Veneto sembra finalmente intravedere una ripresa. Interi filari erano stati espiantati e migliaia di ettari di coltivazioni cancellati a causa di malattie che avevano devastato le piante. Tuttavia, nuovi innesti più resistenti hanno permesso di guardare al futuro con maggiore ottimismo, anche se le superfici coltivate continuano a diminuire. Ora, alla vigilia della raccolta, c’è speranza tra i produttori.
Il Veneto, insieme a Piemonte e Lazio, rappresenta uno dei tre poli nazionali della coltivazione di actinidia, la pianta del kiwi. Con quasi 3.000 ettari coltivati, di cui il 76% concentrato nella provincia di Verona, questa regione ha un ruolo centrale nella produzione del frutto. Le nuove tecniche e varietà resistenti stanno migliorando le prospettive, ma restano sfide importanti.
La difficoltà principale che ora affrontano i coltivatori è trovare personale sufficiente per la raccolta, un problema che si ripete in tutto il settore agricolo. La carenza di manodopera rischia di compromettere una fase cruciale del ciclo produttivo, nonostante i miglioramenti nelle colture.