La Provincia di Trento ha avviato un’importante iniziativa per affrontare la crisi abitativa che colpisce le persone appartenenti alla cosiddetta “fascia grigia”, ossia coloro che non possono accedere all’edilizia popolare ma faticano a sostenere i prezzi del libero mercato. L’assessore provinciale alle politiche per la casa, Simone Marchiori, ha spiegato che il progetto Ri-Urb, attualmente in fase di sviluppo, si pone l’obiettivo di costruire almeno 800 nuovi alloggi e riqualificare 60mila metri quadri di edifici pubblici dismessi.
Il problema della “fascia grigia”
La fascia grigia rappresenta una delle categorie più vulnerabili, essendo composta da persone che si trovano a metà tra l’edilizia popolare e il mercato privato. Marchiori ha evidenziato che questo gruppo è in continua espansione, soprattutto in un contesto in cui i prezzi delle case continuano a salire e le possibilità di accesso al mercato si restringono.
Ri-Urb: un fondo da 150 milioni di euro
Il progetto Ri-Urb prevede la creazione di un fondo che, a regime, potrebbe mobilitare 150 milioni di euro di investimenti pubblici e privati. Questo fondo servirà a sostenere interventi nelle aree più critiche della provincia, tra cui Trento, Rovereto, Alto Garda e Alta Valsugana, dove la difficoltà a trovare casa è particolarmente acuta. L’iniziativa rappresenta un’evoluzione del progetto di social housing già avviato nel 2012 dalla Provincia Autonoma di Trento (Pat), che aveva portato alla realizzazione di 516 alloggi a canone moderato.
Progetto Ri-Val e lo spopolamento delle valli
Oltre a Ri-Urb, la Provincia di Trento sta lavorando a un’altra iniziativa chiamata Ri-Val, mirata a combattere lo spopolamento nelle valli non turistiche. Il fenomeno dello spopolamento è particolarmente sentito nelle aree interne e meno sviluppate del territorio trentino, dove la mancanza di servizi e opportunità lavorative spinge i residenti a trasferirsi altrove.
Marchiori ha sottolineato che le valli non turistiche soffrono di un forte disuso del patrimonio abitativo privato, con numerosi appartamenti vuoti e non affittati. L’ultimo censimento condotto dall’Istat risale a 13 anni fa e identificava circa 70.000 abitazioni non utilizzate nella provincia di Trento. Per questo motivo, la Provincia sta conducendo uno studio in collaborazione con i comuni locali, con l’obiettivo di mappare accuratamente le case vuote e di trovare strategie per incentivare il loro riutilizzo.
Collaborazione con i comuni e mappatura degli edifici vuoti
Per affrontare la questione del patrimonio privato non utilizzato, la Provincia sta lavorando in stretta collaborazione con i comuni e con l’assessore al turismo Roberto Failoni. L’obiettivo è quello di creare una mappatura completa degli edifici vuoti presenti nelle valli, che potrebbe aprire la strada a ulteriori interventi di recupero abitativo.
La speranza è che, attraverso queste iniziative, si possa non solo fornire soluzioni abitative per la fascia grigia, ma anche incentivare il ritorno della popolazione nelle aree interne del Trentino, riducendo così il rischio di desertificazione di queste zone.