Il Direttivo regionale della Federazione Italiana Pensionati Attività Commerciali (FIPAC) dell’Umbria, guidato dal responsabile regionale Pier Francesco Quaglietti, con la partecipazione del consigliere nazionale Sergio Giardinieri, del responsabile per Terni Alberto Liurni, del responsabile per Perugia Rolando Traversini, e della dirigente Maria Luisa Pececchi, ha lanciato un appello chiaro: le istituzioni non possono ignorare la crescente emergenza sociale legata alla solitudine degli anziani.
Nonostante i molti dibattiti, le azioni concrete a supporto degli anziani soli tardano ad arrivare. Si tratta di un’emergenza silenziosa che, senza l’intervento costante dei volontari del terzo settore, rischierebbe di rimanere nell’indifferenza collettiva. Molti anziani vivono in abitazioni del centro storico ormai troppo grandi e inadeguate alle loro esigenze, spesso caratterizzate da barriere architettoniche e prive di ascensore, trasformandosi in vere e proprie prigioni per chi ha difficoltà motorie. Oltre a ciò, la mancanza di servizi sociali, sanitari, commerciali e culturali nei centri storici aggrava ulteriormente la situazione, con la chiusura di sportelli bancari che rende ancor più complessa la loro quotidianità.
La FIPAC sottolinea che per migliorare la qualità della vita di questi anziani sono necessari interventi strutturali, non solo a livello abitativo ma anche sociale, riconoscendo la solitudine come un problema clinico oltre che sociale. Gli anziani soli sono maggiormente esposti alla depressione e a patologie che possono compromettere ulteriormente il loro stato di salute.
L’assistenza domiciliare diventa dunque un elemento chiave nella lotta alla solitudine, offrendo non solo cure fisiche ma anche un fondamentale supporto emotivo. Da anni, la FIPAC Confesercenti dell’Umbria insiste sull’importanza di affrontare seriamente questa problematica.
Il 5° rapporto annuale sul lavoro domestico, presentato da Domina, mette in luce quanto sia difficile per le famiglie, a causa della distanza o degli impegni lavorativi, provvedere all’assistenza dei propri anziani. Le famiglie si trovano di fronte a scelte complesse: badante a tempo pieno o convivente? Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)? Case di riposo? O assistenza domiciliare? Ciascuna soluzione presenta vantaggi, svantaggi e costi significativi.
Per evitare di gravare ulteriormente sulle famiglie, le quote di partecipazione alle RSA dovrebbero essere calcolate in base all’ISEE, e non dovrebbero subire aumenti legati all’inflazione o al costo delle utenze, poiché le strutture ricevono già sostegni economici statali. Inoltre, spostare un anziano dal proprio ambiente domestico può aumentare la sensazione di abbandono, e per quanto l’assistenza in RSA possa essere di qualità, non potrà mai essere personalizzata come quella ricevuta a casa, minacciando così l’indipendenza e la dignità della persona.
L’appello della FIPAC è chiaro: servono interventi rapidi e concreti per garantire un futuro dignitoso agli anziani, altrimenti destinati a rimanere prigionieri della solitudine.