Per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, le priorità sono chiare: crescere professionalmente e lavorare in un ambiente che li valorizzi sia dal punto di vista umano che economico. Questo è quanto emerge da un questionario somministrato dall’Associazione Giovani Cooperatori Trentini ai loro associati, presentato durante gli Stati Generali del Welfare tenutisi a Villa Sant’Ignazio, dedicati al tema del lavoro.
135 giovani tra i 18 e i 35 anni hanno partecipato al sondaggio, esprimendo le loro opinioni su ciò che li spinge a lavorare oggi. Ilaria Rinaldi, presidente dell’Associazione, ha spiegato che la domanda principale dell’indagine era: “Per cosa sono disposti a lavorare i giovani di oggi?”. Al primo posto, secondo i risultati, c’è la possibilità di formazione e crescita professionale, ma sono emersi anche altri aspetti di rilievo.
Un dato interessante e incoraggiante è che il 70% degli intervistati si dichiara orgoglioso del proprio posto di lavoro, un segnale positivo soprattutto per il settore sociale e cooperativo, dove è impiegata circa metà del campione. Tuttavia, il 50% dei partecipanti ritiene la propria retribuzione inadeguata rispetto alle competenze possedute, sollevando un tema importante riguardante la giusta valorizzazione economica dei lavoratori.
Un altro elemento emerso dalla ricerca riguarda la percezione della sicurezza del posto di lavoro: per la maggior parte dei giovani, questo aspetto non è prioritario rispetto alla crescita professionale e all’equilibrio tra vita privata e lavoro. Si evidenzia quindi una tendenza a considerare più rilevanti la possibilità di sviluppo e la qualità del tempo lavorativo, rispetto alla stabilità dell’impiego.
Il 98,4% dei giovani si sente motivato e responsabile per i compiti che gli vengono assegnati, sentendo di rispondere adeguatamente alle richieste del datore di lavoro. Tuttavia, molti di loro percepiscono un disallineamento tra l’impegno che mettono nel lavoro e la valorizzazione che ricevono, sia in termini economici che di ambiente lavorativo. La scarsa comunicazione interna e la confusione nei ruoli sono altri fattori che rischiano di compromettere la qualità dell’ambiente lavorativo.
Per quanto riguarda i giovani ancora impegnati negli studi, emerge un forte desiderio di “fare la differenza” attraverso il proprio lavoro futuro, un segnale di come la nuova generazione voglia sentirsi parte attiva e significativa nella società.