Al Big Science Business Forum (BSBF), non sono solo le grandi aziende leader dell’alta tecnologia a dominare la scena, ma anche le piccole e medie imprese (PMI), che svolgono un ruolo cruciale grazie alla loro capacità di adattarsi alle esigenze specifiche di grandi enti scientifici. La loro forza non risiede nel capitale investito, ma nella qualità del lavoro offerto, spesso in settori di nicchia che richiedono grande flessibilità e competenze avanzate.
Molte di queste PMI nascono come spin-off da istituti di ricerca pubblici e si specializzano in progetti complessi, come dimostra la KYMA di Trieste. Questo esempio concreto mostra come una piccola azienda possa diventare leader di mercato, realizzando dispositivi a magneti permanenti per importanti infrastrutture scientifiche. KYMA, infatti, ha origine dal Sincrotrone di Trieste, che aveva bisogno di ondulatori specifici per l’acceleratore Fermi.
Grazie alla loro flessibilità gestionale e organizzativa, queste imprese riescono a soddisfare le richieste di grandi enti scientifici come Fusion for Energy e l’ESA (Agenzia Spaziale Europea). Spesso queste collaborazioni si basano su rapporti di fiducia consolidati, che permettono alle PMI di crescere e innovare costantemente. Dragi, in un recente rapporto, ha sottolineato l’importanza di puntare su queste realtà imprenditoriali per lo sviluppo futuro del settore scientifico e tecnologico.
Le PMI ad alto contenuto tecnologico si inseriscono quindi come partner strategici delle grandi organizzazioni della Big Science, garantendo soluzioni di elevata qualità e contribuendo all’avanzamento della ricerca scientifica e industriale.