È stata avviata la procedura di licenziamento collettivo per 66 dipendenti di Aquileia Capital Services, la società italiana che ha ereditato parte delle attività di Hypo Bank, ex istituto austriaco. Di questi, 43 sono impiegati in Friuli, presso la sede di Tavagnacco, che ridurrà il personale a soli 10 dipendenti. Gli uffici di Milano e Roma verranno chiusi, segnando così un ridimensionamento significativo dell’azienda. Aquileia Capital Services si occupava principalmente della gestione di immobili acquisiti a seguito di prestiti non ripagati.
La crisi dell’eredità Hypo Bank
Una decina di anni fa, Hypo Bank cedette le sue attività italiane al fondo Bain Capital, lo stesso fondo coinvolto nella chiusura dell’impianto Ideal Standard a Orcenico. Negli anni, quella che era una realtà con oltre 500 dipendenti si è progressivamente ridotta. Questa nuova ondata di licenziamenti arriva dopo una prima fase nel 2023, quando 45 lavoratori persero il loro posto. Un destino simile era già toccato a Julia Portfolio Solutions, un’altra società derivante da Hypo Bank, che affrontò esuberi significativi negli anni scorsi.
La trattativa con i sindacati e il ruolo della Regione
Venerdì scorso, si è conclusa senza accordo la fase prevista dal contratto collettivo nazionale, che era stata avviata lo scorso agosto. Ora si apre la procedura di legge che prevede 45 giorni di trattative, anche se l’esito sembra scontato, poiché il proprietario ha già deciso di affidare il portafoglio di Aquileia a un nuovo soggetto. I sindacati coinvolti, Fabi, First-Cisl e Fisac Cgil, hanno espresso “profondo rammarico” per la vicenda, mentre la trattativa si concentrerà ora sull’obiettivo di garantire le migliori condizioni per i lavoratori in uscita. Anche la Regione Friuli Venezia Giulia sta partecipando alla vertenza.