Viaggio nel Medioevo: storia, leggende e sorprese al Festival di Gubbio

Dal ruolo di San Benedetto all’immaginario cavalleresco, fino a un sorprendente tour europeo: la terza giornata del Festival del Medioevo racconta un'epoca ricca di simboli e misteri

Massimo Oldoni

La terza giornata del Festival del Medioevo di Gubbio ha offerto al pubblico un’affascinante immersione nelle meraviglie dell’età di mezzo, con un programma ricco di eventi che ha saputo stupire e coinvolgere. L’evento si è concluso con un’emozionante lezione-spettacolo di Matteo Saudino, noto su YouTube come BarbaSophia, dedicata al tema de “Il rasoio di Occam”.

Durante il festival, il professor Umberto Longo ha delineato la figura di San Benedetto, descrivendolo come “una luce guida, un uomo di Dio che ha brillato su questa terra”, come riportato anche dal suo biografo Gregorio Magno. Longo ha spiegato come Benedetto, attraverso le sue virtù e la sua Regola, abbia dato vita al monachesimo occidentale, rappresentando un modello di transizione dall’eremitismo a una vita monastica più integrata nella società. Un faro di speranza e guida spirituale in un’Europa segnata da carestie, invasioni e conflitti.

Il professor Gaetano Lettieri ha invece esplorato la complessità di Sant’Agostino, definendolo “un teologo della luce e della tenebra”, capace di abbracciare sia l’interiorità dell’uomo sia i misteri della grazia divina e della predestinazione.

Alessio Innocenti ha presentato un’interpretazione fantastica del Medioevo, intrecciando storia e immaginazione nel suo libro illustrato, che esplora i simboli e i luoghi iconici di quel periodo, come i chiostri, visti come spazi di mistero e contemplazione.

Il giornalista Marco Brando ha analizzato l’uso comune del termine “medievale”, spesso associato a connotazioni negative. Il suo libro affronta i cliché più diffusi, dalle questioni religiose ed economiche fino a temi come il razzismo e la sessualità, cercando di demistificare questa visione stereotipata del Medioevo.

Un’altra figura affascinante raccontata è stata quella di Parsifal, descritto dallo storico Tommaso di Carpegna Falconieri come l’eroe per eccellenza del Medioevo, simbolo di purezza e ricerca del Graal.

Roberto Antonelli ha condiviso il racconto di un viaggio straordinario attraverso l’Europa medievale, partendo da Assisi e attraversando Svizzera e Francia fino a Bruges. Un percorso di 33 tappe per oltre 2300 chilometri, carico di avventure e riflessioni culturali.

Virtus Zallot, storica dell’arte, ha sottolineato il significato dell’abbraccio nel Medioevo, visto come un gesto di profonda connessione emotiva e simbolo di diverse forme di relazione, dall’amore cortese al conforto per i malati e i bisognosi.

Andreas Steiner, direttore della rivista “Medioevo”, ha illustrato la complessa storia dell’isola di Malta, influenzata dalle dominazioni bizantina e araba, il cui lascito è visibile ancora oggi nelle sue architetture e tradizioni.

Infine, il professor Antonio Brusa ha evidenziato come spesso il Medioevo sia visto attraverso una lente distorta di stereotipi negativi, contrapponendolo erroneamente a una presunta età di luce rappresentata dal presente. Brusa ha invitato a correggere questi errori e a riscoprire la vera natura di questo affascinante periodo storico.

Tra i vari focus della giornata, è stato analizzato il revival del concetto di cavalleria, un fenomeno che ha attraversato la letteratura, il cinema e la politica a partire dal XIX secolo, come ricordato dal professor Fulvio Delle Donne, che ha raccontato anche la fondazione dell’Università Federico II di Napoli, il primo ateneo laico istituito 800 anni fa dall’imperatore Federico II.

La giornata si è conclusa con la conferenza del professor Franco Cardini su “L’Oriente, luce del sapere”, un invito a riflettere sulle influenze culturali e scientifiche che l’Oriente ha esercitato sull’Occidente medievale.

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