Ue: respinta la richiesta di Igp per il riso pakistano grazie all’opposizione Coldiretti-Filiera Italia

Vittoria per la filiera risicola italiana, che protegge il mercato nazionale da possibili ripercussioni economiche e sociali

Un risultato significativo è stato ottenuto da Coldiretti e Filiera Italia con l’opposizione al riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta (Igp) per il riso Basmati proposto dal Pakistan. Questa decisione dell’Unione Europea rappresenta una vittoria per la filiera del riso italiano, fortemente sostenuta anche dall’intervento del Ministro Francesco Lollobrigida, il quale ha sottolineato l’importanza della tutela del riso Made in Italy all’interno del panorama europeo.

La decisione evita potenziali conseguenze negative per il mercato italiano, che avrebbe rischiato di essere danneggiato dall’ingresso di prodotti ottenuti con pratiche non conformi agli standard europei. Tra le principali preoccupazioni vi erano l’uso di pesticidi vietati in UE, lo sfruttamento del lavoro minorile nelle filiere produttive pakistane e il rischio di dumping sui prodotti europei, soprattutto in relazione all’esenzione dai dazi per il riso Basmati lavorato Igp.

Il riconoscimento dell’Igp per il riso Basmati pakistano avrebbe comportato una diminuzione del valore delle coltivazioni di riso Indica europeo, minacciando la sopravvivenza del lungo B e spingendo verso un aumento della produzione di riso Japonica, con effetti negativi anche sulle quotazioni di questo gruppo varietale.

La sostenibilità sociale e ambientale, elemento chiave per la produzione europea, avrebbe inoltre subito un duro colpo, poiché il principio di reciprocità nelle pratiche produttive non sarebbe stato garantito in Pakistan. Questo potrebbe aver causato una distorsione del mercato a danno dei produttori italiani, che devono rispettare normative più stringenti.

La resistenza italiana alla concessione dell’Igp rappresenta un passo importante per la tutela del settore agricolo e risicolo nazionale. Coldiretti e Filiera Italia, che da tempo chiedevano azioni concrete, hanno ottenuto un primo successo, ma il percorso resta incerto, poiché è possibile un ricorso da parte del Pakistan.

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