La grande alleanza Fincantieri e Leonardo

I due colossi si mettono d’accordo su Wass, l’attività di produzione dei sonar. A giorni ci sarà il passaggio delle azioni. Da soli non andiamo da nessuna parte. Uniti facciamo paura all’estero.

E’ un accordo importante quello che sta per diventare operativo tra Fincantieri e Leonardo per l’acquisizione da parte del primo della attività Wass e cioè di sonar e siluri “L’accordo è concluso in tutti i termini, sui tempi previsti per gli adempimenti autorizzativi e societari siamo perfettamente ‘on track’: fin dall’inizio il tempo previsto era fine anno e quindi contiamo che all’inizio dell’anno prossimo l’operazione sia effettiva con la girata delle azioni”. Lo spiega dettagliatamente ShipMag, sempre attenta a tutto quello che è “marino”.

Così Pierroberto Folgiero, ceo di Fincantieri, sull’acquisto da Leonardo delle attività di produzione di sonar e siluri ex Wass. L’accordo, annunciato a maggio, prevedeva il closing a inizio 2025. Fincantieri acquisterà le attività “Underwater Armament Systems” di Leonardo per una cifra massima di 415 milioni di euro che comprende una componente fissa di 300 milioni e una variabile per massimi 115 milioni al ricorrere di determinati obiettivi di performance per l’anno 2024.

Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo conferma. “Siamo nei tempi. Con la chiusura del bilancio 2024 definiremo la parte variabile. Mi sembra che si vada verso il massimo di 115 milioni di euro. Quindi, subito dopo l’approvazione del bilancio, che avviene solitamente ad aprile, l’accordo sarà effettivo”.

Successivamente ShipMag riporta le dichiarazioni di Folgiero sulla possibile alleanza con Thyssen Marine. “Fincantieri – dice – è disponibile a una collaborazione, innanzitutto commerciale, con Thyssenkrupp Marine Systems, mentre spetta al governo tedesco decidere se la riorganizzazione di queste attività del gruppo Thyssen può diventare un’occasione per disegnare la difesa europea”. In gioco c’è un eventuale ruolo di Fincantieri nel riassetto delle attività sottomarine del gruppo Thyssenkrupp su cui la Germania sta lavorando anche con il possibile coinvolgimento di investitori finanziari.

“E’ una realtà molto importante dal punto di vista geopolitico, quindi sono le istituzioni tedesche che devono definire quale è il percorso per cui questa realtà si renda autonoma dall’azionista attuale, che è una conglomerata, e in che maniera questa può essere una occasione per disegnare la difesa europea. La difesa europea, come ha spiegato Draghi, deve deframmentarsi: soffriamo di un eccesso di piattaforme in un blocco geopolitico che deve spendere di più e meglio. Condividere le piattaforme è il modo più intelligente per spendere meglio”.
Fincantieri, sottolinea il manager, è disponibile a mettere a disposizione 25 anni di collaborazione commerciale con i sommergibili tedeschi in questa nuova fase industriale del sistema navale della Germania. La nostra è una disponibilità prima di tutto commerciale, in termini di alleanze. Siamo davanti a un ciclo economico che domanda sommergibili, quindi c’è molto mercato. In più la subacquea è un dominio europeo su cui bisogna lavorare per nuove idee rispetto al sommergibile tradizionale. Ci siamo resi disponibili a unire le forze su questi macrotrend tecnologici e commerciali”.

Ship Mag non manca di chiedere sulla collaborazione fra Leonardo e Fincantieri, l’integrazione fra tecnologie e sistemi, elettronica e sensoristica, oggetto della joint venture Orizzonti Sistemi Navali.

Folgiero: “Secondo me noi in Italia abbiamo finora pensato a un modello per cui la testa sta da una parte e il corpo dall’altra. Negli altri sistemi della difesa la testa sta sopra il corpo. Noi, per motivi storici no. Dobbiamo evitare che il fatto che la testa sia da una parte e il corpo dall’altra pregiudichi la competitività e l’innovazione. Il mandato di Osm è proprio creare il luogo su cui la testa si avvita bene sul corpo e forniamo, prima di tutto alla Marina, competitività e innovazione. La nave va pensata come un oggetto solo, non si può pensare all’elettronica da una parte e alla piattaforma dall’altra. Bisogna pensare navi che hanno margini per avere capacità di ospitare il maggior peso delle batterie per i nuovi sistemi di armamento, dobbiamo pensare alla nave militare del terzo millennio. O noi avviciniamo la testa al corpo o non saremo al passo con i tempi. Dobbiamo pensare il prodotto nave militare del terzo millennio con dentro i dati… Vogliamo creare un luogo in cui quella nave diventa un oggetto e si crea una road map di evoluzione di quest’oggetto”.

Cingolani: “Orizzonte Sistemi Navali ha una natura prettamente tecnica, del resto io ho sempre detto che Leonardo fa roba che vola e sta a terra e Fincantieri fa roba che galleggia e sta sotto il mare, ma abbiamo entrambi interesse a sviluppare apparecchiature elettroniche e di altro genere che siano utilizzabili in più piattaforme, comprese le navi. Poi c’è un’altra considerazione più di mercato e di buon senso. Avrebbe senso che io mi mettessi a fare piccoli scafi e Roberto piccoli radar? La competizione è nel mondo: Se c’è competizione in piattaforme così complesse come, ad esempio, le navi e le cose dello spazio fra due operatori nazionali non andiamo da nessuna parte. Messi insieme facciamo paura all’estero. C’è una questione tecnica e una di mercato di competitività globale”.

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