La raccolta del riso è ufficialmente iniziata in Veneto, con Verona che si conferma la provincia principale per gli investimenti, seguita da Rovigo e, in misura minore, Vicenza. Nella zona di Isola della Scala, in provincia di Verona, si è cominciato a mietere la varietà Vialone Nano, mentre per le altre tipologie sarà necessario attendere fino a ottobre.
“Le semine sono state ritardate a maggio a causa delle abbondanti piogge primaverili” spiega Filippo Sussi, presidente dei risicoltori di Confagricoltura Veneto. “Chi non è riuscito a seminare entro i tempi previsti ha dovuto spostare l’operazione a giugno, un periodo considerato oltre il limite ottimale. Questo significa che molti campi non sono ancora pronti per la raccolta. Tuttavia, per le prime coltivazioni, la qualità appare eccellente e le rese dovrebbero essere nella norma. Per le semine più tardive, invece, la situazione è diversa: se l’autunno porterà condizioni meteorologiche avverse, la raccolta potrebbe diventare più complessa, soprattutto se dovesse protrarsi fino a novembre. Ciò potrebbe portare a una riduzione della produttività e, in alcuni casi, il riso potrebbe non essere raccolto affatto“.
Sul fronte dei prezzi, si intravedono prospettive positive: “Le quotazioni del riso sono attualmente buone” aggiunge Sussi. “Fortunatamente, il problema delle importazioni non sembra influenzare significativamente il nostro mercato, dominato da varietà come il Vialone Nano e il Carnaroli. Tuttavia, gli elevati costi di produzione, tra cui energia elettrica, fertilizzanti e pesticidi, continuano a preoccupare i produttori. Speriamo che i prezzi rimangano stabili per garantire la redditività delle aziende”.
Meno fortunate sono le coltivazioni nel Delta del Po, dove il maltempo delle ultime settimane ha causato gravi danni. “Dopo un inizio di stagione difficile per le piogge primaverili, le condizioni erano migliorate e ci stavamo preparando a una buona annata” racconta Antonio Bezzi, membro della sezione risicoltori di Confagricoltura Veneto e presidente del Consorzio risicoltori polesani. “Purtroppo, tra agosto e settembre, forti grandinate e venti intensi hanno colpito duramente le coltivazioni di Porto Tolle e Taglio di Po, che rappresentano la maggior parte delle risaie del Polesine. In alcune aree, i danni raggiungono il 50%, compromettendo gravemente i raccolti. La situazione è scoraggiante, soprattutto considerando che nel 2022 molte colture erano già state rovinate dal cuneo salino”.
Secondo i dati forniti da Veneto Agricoltura, nel 2023 la superficie coltivata a riso ha registrato una leggera crescita (+0,8%), raggiungendo i 3.050 ettari. Verona e Rovigo continuano a rappresentare i principali poli produttivi, con circa 2.180 ettari coltivati a riso nella provincia veronese (+3,9%) e 550 ettari in quella di Rovigo (-8,3%). La produzione totale stimata per l’anno è di circa 15.900 tonnellate, con un aumento del 12,6% rispetto al 2022. Il mercato ha visto prezzi del risone altalenanti, ma in generale superiori rispetto al 2022 nel primo semestre (+23%).