I metalmeccanici veneti denunciano la mancata redistribuzione dei profitti

Fiom-Cgil presenta una ricerca che evidenzia l'aumento dei profitti aziendali a scapito dei salari, in vista del rinnovo del contratto nazionale di lavoro

Il 16 settembre, a Treviso, si è tenuta una grande riunione dei metalmeccanici veneti per la presentazione della ricerca “La mancata redistribuzione delle ricchezze prodotte in Veneto”, a cura del Centro studi FIOM. L’incontro, parte della campagna nazionale Uniti per la dignità: lavoro, contratto, diritti, ha messo in luce le disuguaglianze tra l’andamento dei profitti aziendali e i salari dei lavoratori, sia a livello nazionale che regionale, con l’obiettivo di sostenere le richieste sindacali nel contesto del rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro.

La ricerca ha analizzato i bilanci di oltre 90.000 imprese metalmeccaniche italiane tra il 2019 e il 2022, con dati aggiornati al 2023 per un campione rappresentante il 67% del valore della produzione. Le imprese del settore hanno generato 570 miliardi di euro di valore della produzione e oltre 82 miliardi di utili netti complessivi nel periodo considerato. Tuttavia, mentre i profitti sono cresciuti del +7%, i salari dei lavoratori hanno subito una riduzione del -7%. Questo squilibrio ha alimentato la richiesta di un aumento salariale, sostenuta dai dati della FIOM-Cgil.

Antonio Silvestri, segretario generale della Fiom del Veneto, ha sottolineato come queste analisi evidenzino una crescente disparità tra il valore creato dai lavoratori e la quota di ricchezza loro destinata. In Veneto, il trend segue la stessa linea del quadro nazionale: le imprese hanno registrato 4 miliardi di utili netti nel 2022 e 11,415 miliardi complessivi dal 2019 al 2022, con un aumento dell’EBITDA del +53% e degli utili del +89,25% nello stesso periodo. Nonostante questi numeri, la distribuzione del valore aggiunto è andata a favore dei profitti aziendali, a scapito dei salari dei lavoratori.

Silvestri ha affermato che le posizioni tra FIOM e Federmeccanica restano distanti, preannunciando una lotta sindacale impegnativa. Ha inoltre rimarcato l’importanza della ricerca commissionata dalla FIOM, che fornisce dati inoppugnabili da usare durante le trattative. Il segretario ha utilizzato la metafora della torta per spiegare la situazione: “La fetta di gran lunga più grande va all’impresa, non ai lavoratori”.

 

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