Crescita della popolazione anziana: allarme per le RSA in Trentino

Il cosiddetto "sistema danese", modello basato su un'assistenza domiciliare capillare, potrebbe essere applicabile anche in Trentino

Entro il 2070, la popolazione ultra 90enne in Trentino vedrà una crescita esponenziale, con un triplicarsi delle persone tra i 95 e 99 anni e un aumento di sette volte per gli over 100. Questo scenario pone gravi sfide per il sistema di assistenza agli anziani.

L’allarme di Upipa: insufficienza delle misure attuali per fronteggiare l’aumento degli anziani

L’Upipa, associazione che rappresenta le 50 RSA trentine, ha sollevato l’allarme sulla crescente domanda di posti in residenze per anziani. La presidente Michela Chiogna ha espresso preoccupazione per il fatto che centinaia di persone sono in attesa di un posto nelle RSA, causando difficoltà drammatiche per le famiglie. “Non so se si comprenda davvero cosa significhi gestire in casa un anziano non autosufficiente”, ha dichiarato Chiogna, sottolineando che il carico di cura spesso grava interamente sui familiari, aggravando la situazione per chi si prende cura di persone affette da demenza o Alzheimer.

Le soluzioni proposte sono ancora insufficienti

Le misure attivate, come l’invecchiamento attivo e i programmi di assistenza domiciliare, vengono accolte positivamente, ma non sono considerate sufficienti per affrontare il futuro “tsunami demografico”. Secondo Chiogna, continuare a pensare di risolvere la questione senza un aumento dei posti letto nelle case di riposo sarebbe una visione miope.

Il cosiddetto “sistema danese”, modello basato su un’assistenza domiciliare capillare, potrebbe essere applicabile anche in Trentino, ma richiederebbe tempo e risorse. Il modello danese prevede interventi precoci a partire dai 65 anni, con la valutazione dell’accessibilità dell’abitazione, la promozione dell’autonomia e il supporto alla socialità per contrastare l’isolamento degli anziani.

L’importanza di non scaricare il problema sulle famiglie

Chiogna ha ribadito la necessità di non scaricare il problema dell’assistenza sui familiari. L’assistenza domiciliare, pur essendo una valida opzione, richiede molto più personale rispetto alle RSA. Per garantire una gestione sostenibile e di qualità, è fondamentale agire su più fronti: promuovere una nuova cultura dell’invecchiamento, fornire risposte tempestive sia residenziali sia domiciliari e supportare le famiglie in difficoltà.

Cinque misure urgenti per migliorare il sistema delle RSA in Trentino

Per affrontare efficacemente questa emergenza demografica, l’Upipa ha identificato cinque misure immediate che potrebbero migliorare la situazione:

  1. Autorizzare 200 posti letto già disponibili nelle RSA del Trentino, l’equivalente di tre nuove strutture.
  2. Attivare il parametro mobile per aumentare il numero di infermieri e operatori sociosanitari in base alla gravità degli ospiti.
  3. Potenziare il servizio medico, garantendo sostituzioni in caso di assenze per malattia o ferie.
  4. Promuovere l’uso di tecnologie come il deblisteraggio automatizzato dei farmaci, per liberare tempo al personale.
  5. Introdurre la formazione duale per gli operatori sociosanitari nelle RSA, favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro.

Chiogna conclude criticando l’idea di rispondere alla crisi demografica solo con l’invecchiamento attivo e l’assistenza domiciliare, paragonando questa strategia a una situazione di emergenza: “È come trovarsi in spiaggia e, di fronte a dieci persone che stanno annegando, proporre corsi di nuoto a chi è ancora a terra.”

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