Sanità privata in Trentino: lavoratori in sciopero per il rinnovo contrattuale

Per far sentire la propria voce, scenderanno in piazza lunedì 23 settembre 2024

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Oltre un migliaio di lavoratori della sanità privata trentina sono in attesa del rinnovo del contratto nazionale da più di sei anni. Per far sentire la propria voce, scenderanno in piazza lunedì 23 settembre 2024, aderendo a uno sciopero nazionale indetto da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Sanità, con un presidio davanti alla sede di Confindustria Trento dalle 10 alle 13.

La protesta coinvolge i dipendenti di diverse strutture sanitarie private della provincia, tra cui gli ospedali San Pancrazio e San Camillo, le case di cura Eremo, Villa Regina, Villa Bianca, Solatrix, la Cooperativa Villa Maria e il Centro Franca Martini. A livello nazionale, il rinnovo contrattuale è bloccato a causa della mancanza di copertura finanziaria da parte di Stato, Regioni e Province autonome, condizione richiesta dalle associazioni datoriali Aiop e Aris.

Secondo i sindacati, la situazione è insostenibile. Luigi Diaspro, segretario generale di Fp Cgil, insieme ai rappresentanti Marco Conto e Marco Mossolin, ha evidenziato l’importanza di sostenere sia il settore pubblico che quello privato. “Rafforzare la sanità pubblica è essenziale, ma è altrettanto fondamentale tutelare i lavoratori del comparto privato, senza i quali il sistema sanitario trentino sarebbe in grave difficoltà”, affermano i sindacalisti. Durante la pandemia, il contributo di questi lavoratori è stato cruciale per sopperire alle carenze delle strutture pubbliche, e il loro impegno continua ad essere indispensabile oggi, con l’aumento delle richieste di assistenza e le lunghe liste d’attesa.

Le buste paga degli operatori delle strutture private, sottolineano i sindacati, sono generalmente inferiori a quelle dei colleghi del pubblico, nonostante un processo di omogeneizzazione dei salari avviato con l’ultimo rinnovo contrattuale. Questo divario salariale rappresenta una delle principali rivendicazioni dei lavoratori, che chiedono condizioni contrattuali più eque e un adeguamento salariale che rispecchi la loro professionalità e il loro impegno.

 

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