Export vino italiano: crescita moderata nel primo semestre 2024 grazie agli spumanti

Dal punto di vista del valore, il Veneto si conferma la regione trainante, con un incremento del 5,7%

Il settore vinicolo italiano chiude il primo semestre del 2024 con un bilancio positivo, registrando un valore complessivo di 3,9 miliardi di euro e 10,6 milioni di ettolitri esportati. Nonostante una crescita del 2,4% in volume e del 3,2% in valore rispetto al 2023, i dati, elaborati dall’Osservatorio Uiv-Ismea, indicano un rallentamento nei mercati internazionali rispetto ai primi quattro mesi dell’anno, dove si registravano incrementi più significativi.

Il semestre ha visto un’inversione di tendenza a partire dalla primavera, smorzando gli entusiasmi iniziali, che indicavano crescite del 6-7%. A trainare l’export sono stati, ancora una volta, gli spumanti, con un aumento dell’11% in volume e del 7% in valore, dove il Prosecco si conferma protagonista con un incremento del 13%. Al netto delle bollicine, il trend delle esportazioni italiane di vino sarebbe rimasto pressoché stabile (+0,1%). Al contrario, le vendite di vino sfuso e bag in box hanno registrato un calo rispettivamente del 6% e del 5%.

Il comparto dei vini in bottiglia ha tenuto, soprattutto grazie alle Igt, mentre i Dop fermi hanno chiuso il semestre in lieve aumento (+0,2% in volume e +0,7% in valore). I vini comuni, invece, hanno registrato una flessione del 2,9% in volume, ma con un aumento del 3,9% nel valore.

I mercati internazionali, pur mostrando segni di rallentamento, continuano a essere una fonte importante per il vino italiano. Gli USA e il Regno Unito segnano un leggero aumento in volume, rispettivamente del +2% e del +2,3%, mentre la Germania mostra una lieve contrazione (-1,2%). Calano anche Svizzera (-3,8%), Canada (-1,4%) e Francia (-10,8%).

Dal punto di vista del valore, il Veneto si conferma la regione trainante, con un incremento del 5,7%, raggiungendo 1,4 miliardi di euro. La Toscana cresce del 3,5%, superando il Piemonte, che ha registrato un calo del 2,2%.

 

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