Sicilia. È ora di stabilizzare tutti i lavoratori precari. Tocca ai comuni fare l’ultimo passo

L’assessore Albano invita a completare l’iter burocratico che non tutti i Comuni hanno completato

Sono ancora decine i lavoratori, alcuni dei quali con trenta anni di precariato, che aspettano la regolarizzazione nei ruoli dei Comuni del Sicilia. E proprio agli enti locali si è rivolta l’assessore regionale Nuccia Albano che ha ricordato il termine ultimo del 15 settembre per la formalizzazione dell’iter.

«A fronte di amministrazioni comunali che immediatamente hanno proceduto alla stabilizzazione del personale Asu – dice l’assessore Albano – ci risulta che alcune ancora non abbiano presentato la documentazione. I termini scadono il prossimo 15 settembre e le richieste presentate oltre tale data, ammissibili al contributo, potranno essere finanziate soltanto a partire dal primo gennaio dell’anno successivo. Sarebbe veramente un’occasione persa per i Comuni, a corto di personale, e per i lavoratori che, dopo 30 anni di precariato, sperano in una soluzione lavorativa definitiva».

L’assessorato regionale del Lavoro nell’aprile scorso aveva emanato una circolare esplicativa in cui veniva chiaramente specificato l’iter per la stabilizzazione. Le amministrazioni che possono assumere i circa tremila lavoratori sono gli enti locali (Comuni, Liberi consorzi comunali, Città metropolitane), le aziende sanitarie provinciali e le aziende ospedaliere. La misura del contributo in favore degli enti, sulla base delle risorse finanziarie stanziate, può arrivare, per ciascun lavoratore Asu stabilizzato, fino a un massimo di 19.180 euro annui lordi comprensivi di ogni onere, imposta, contributo previdenziale/assicurativo, fino alla conclusione delle attività lavorative.

«Auspico che entro il 15 settembre gli enti locali provvedano ad ultimare l’iter burocratico al fine di assicurare una stabilità occupazionale e così continuare ad avere personale già con una professionalità acquisita al quale verrebbe garantito un futuro», conclude Albano.

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