La Germania sta affrontando una fase di crisi economica che rischia di influenzare negativamente le regioni a essa più legate, come il Trentino-Alto Adige. L’export verso la Germania rappresenta una parte fondamentale dell’economia locale: nel 2023, le esportazioni della regione autonoma verso Berlino hanno sfiorato i 3 miliardi di euro. Un rallentamento dell’economia tedesca potrebbe quindi avere ripercussioni significative sul territorio, in particolare per i settori industriali fortemente dipendenti da questo mercato.
La situazione è aggravata da una probabile recessione tecnica in Germania, che si concretizza in due trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL. Questo scenario metterebbe ulteriormente sotto pressione l’economia del Trentino-Alto Adige, con potenziali effetti su produzione, vendite e occupazione.
Settore automotive in difficoltà
Uno dei settori più esposti alla crisi tedesca è quello dell’automotive, che ha nella Germania uno dei suoi principali clienti. Nel 2023, l’Alto Adige ha esportato in Germania beni per un totale di 2,122 miliardi di euro, pari al 30,6% dell’export complessivo della provincia. L’industria automobilistica tedesca ha registrato una contrazione del 4% nella produzione di veicoli nei primi sette mesi dell’anno, con un calo del 20% per i veicoli elettrici, mettendo in difficoltà anche i fornitori altoatesini.
Klaus Mutschlechner, vicepresidente di Confindustria Alto Adige, sottolinea che la riduzione della domanda tedesca sta già causando una sovrapproduzione tra le aziende locali, costrette a rivedere i loro piani di investimento e a ritardare progetti tecnologici legati alla transizione elettrica. La diversificazione dei mercati, ad esempio verso Francia e Olanda, è una soluzione in fase di sviluppo, ma ancora insufficiente a compensare la frenata tedesca.
Trentino: impatti più contenuti
Rispetto all’Alto Adige, il Trentino ha una minore dipendenza dall’export verso la Germania, con vendite per un totale di 850,63 milioni di euro nel 2023, pari al 16% delle esportazioni provinciali. Tuttavia, anche in questa provincia, la crisi tedesca si farà sentire, specialmente per le aziende del settore automotive. Barbara Fedrizzi, presidente di Trentino Export, evidenzia che alcune imprese trentine stanno già affrontando difficoltà legate al calo della produzione, con conseguente aumento della cassa integrazione.
Per affrontare la crisi, la strategia trentina punta sulla diversificazione dei mercati, con particolare attenzione verso la Francia, che rappresenta il 9,8% dell’export locale. Fedrizzi spiega che si stanno avviando nuovi progetti con la Francia, oltre a esplorare ulteriori opportunità in mercati emergenti come Corea del Sud e Arabia Saudita. Nonostante queste iniziative, sostituire il mercato tedesco richiederà tempo, e l’autunno si prospetta impegnativo.
Un futuro incerto
Il presidente di Confcommercio Trentino, Giovanni Bort, avverte che, nonostante gli sforzi per diversificare, l’impatto della crisi tedesca sarà significativo. Oltre alla chiusura del bonus 110, che già aveva creato difficoltà nel settore edilizio, la crisi dell’export aggiunge ulteriore pressione alle imprese locali. Il rischio di una riduzione della produzione potrebbe portare a un aumento della cassa integrazione o, nel peggiore dei casi, a chiusure aziendali.