Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha annunciato un importante passo avanti nella regolamentazione della pesca sportiva e ricreativa in Italia. Con la firma del nuovo decreto, vengono introdotte norme precise per l’uso del palangaro, strumento tradizionale della pesca sportiva e professionale, al fine di garantire un equilibrio tra la sostenibilità delle risorse marine e la tutela del settore della pesca professionale.
Il palangaro (o palamìto), è uno strumento di pesca costituito da una lunga lenza, con ami disposti a intervalli regolari. Si tratta di un’attrezzatura versatile, utilizzata sia nella pesca professionale che in quella sportiva, e ora, con il nuovo decreto, sarà soggetta a limiti e controlli più stringenti per evitare impatti negativi sull’ambiente marino.
Nuove regole per la pesca sportiva e ricreativa
Il decreto firmato da Lollobrigida stabilisce che chi pratica la pesca sportiva con palangaro potrà utilizzare un massimo di 100 ami per ciascuna unità da diporto, a condizione di aver ottenuto una regolare autorizzazione. Questo provvedimento è stato introdotto per prevenire lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche, garantendo che l’attività sportiva sia sostenibile e che non interferisca con l’equilibrio naturale dell’ecosistema marino.
Il ministro Lollobrigida ha spiegato che questo decreto è frutto di un intenso lavoro di concertazione con le associazioni di categoria della pesca professionale e sportiva, basato su evidenze scientifiche che tengono conto delle osservazioni presentate nei mesi scorsi. “Si tratta di un buon punto di equilibrio – ha dichiarato – raggiunto grazie a un confronto costruttivo che ha coinvolto tutti gli attori del settore, con l’obiettivo di salvaguardare il mondo della pesca professionale e, allo stesso tempo, garantire la sostenibilità e trasparenza per le attività sportive e ricreative”.
Tutela del settore e sostenibilità ambientale
Il decreto non solo mira a tutelare le risorse marine, ma anche a salvaguardare il settore primario della pesca, garantendo che la pesca professionale possa continuare a operare senza essere compromessa da pratiche non regolamentate. La limitazione dell’uso del palangaro a 100 ami rappresenta un compromesso per proteggere l’ecosistema e promuovere una pesca più consapevole, evitando il rischio di sovrasfruttamento delle specie ittiche.
Collaborazione tra governo e settore pesca
Lollobrigida ha inoltre voluto ringraziare il Sottosegretario Patrizio La Pietra e le rappresentanze della pesca professionale e sportiva per il lavoro svolto. Il Ministro ha affermato che il loro contributo è stato essenziale per raggiungere un risultato che rispetti i principi di sostenibilità e trasparenza. Lollobrigida ha poi ribadito che, ancora una volta, il Governo Meloni ha dimostrato la sua attenzione verso un settore fondamentale per l’Italia, non solo attraverso la tutela delle risorse, ma anche grazie al dialogo con gli operatori del comparto.
Il Governo ha quindi voluto sottolineare la propria sensibilità verso le problematiche del settore della pesca, con interventi mirati a favorire una gestione equilibrata delle risorse marine. Questo decreto è solo un esempio delle iniziative volte a rafforzare la competitività della pesca italiana, garantendo al contempo il rispetto dell’ambiente.
Prospettive per il futuro
Il nuovo regolamento si inserisce in una strategia più ampia di gestione delle risorse naturali e di promozione della sostenibilità ambientale nelle attività economiche legate al mare. La pesca è uno dei settori strategici per l’economia italiana, soprattutto per quanto riguarda l’esportazione di prodotti ittici e il ruolo fondamentale svolto dalle comunità locali che vivono di questa attività.
Grazie al decreto, l’Italia conferma il proprio impegno per una pesca responsabile, capace di conciliare le esigenze dei pescatori professionisti con quelle degli appassionati della pesca sportiva, evitando sovrapposizioni dannose tra le due categorie. Il futuro della pesca italiana passa attraverso una gestione sempre più consapevole delle risorse marine, una maggiore attenzione alle pratiche di pesca sostenibili e un monitoraggio costante delle attività per prevenire abusi.