Accuse shock a Borgomeo: il paradosso della transizione ecologica e la crisi dell’industria italiana

La Fiom-Cgil punta il dito su Francesco Borgomeo: contraddizioni e responsabilità in un'industria in difficoltà

Stefano Angelini

Le recenti dichiarazioni di Francesco Borgomeo, rappresentante di Unindustria, in cui sollecita il Governo a fornire “strumenti straordinari” per la transizione ecologica, hanno lasciato molti sbalorditi. Borgomeo ha infatti avvertito che senza tali misure, il settore automotive potrebbe affrontare la chiusura di stabilimenti già entro la fine dell’anno.

È curioso però notare che lo stesso Borgomeo è il proprietario della ex GKN, oggi nota come QF, acronimo di “Fiducia nel Futuro nella Fabbrica di Firenze“. Questa realtà produttiva, da oltre un anno lasciata in uno stato di abbandono, potrebbe facilmente beneficiare di ulteriori ammortizzatori sociali per rilanciare le attività, se solo il proprietario manifestasse la volontà di farlo.

Se fosse davvero la stessa persona, sorgerebbe un problema non indifferente. La ex GKN non è l’unica azienda sotto la gestione di Borgomeo a trovarsi in difficoltà, e altre sue imprese presentano situazioni simili. Dunque, alla luce di queste condizioni, le dichiarazioni pubbliche fatte in qualità di rappresentante delle imprese appaiono difficilmente giustificabili. Invece di invocare una mobilitazione degli imprenditori, sarebbe auspicabile che Borgomeo assumesse maggiore responsabilità sociale verso i lavoratori, molti dei quali si trovano senza alcuna tutela economica a causa delle sue discutibili decisioni.

La transizione ecologica, tecnologica ed energetica non rappresenta un evento imprevisto, bensì un processo noto e inevitabile da tempo. Gli ammortizzatori sociali sono strumenti preziosi per aiutare il settore automotive a ripartire, ma ciò che serve davvero sono politiche industriali mirate e investimenti concreti. La Fiom-Cgil da tempo richiama l’attenzione su questo, chiedendo un piano strategico condiviso tra Governo e imprese, che metta al centro il benessere dei lavoratori e il futuro dell’industria italiana.

Questa posizione è stata espressa in una nota congiunta da Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità, e Stefano Angelini, segretario generale Fiom-Cgil di Firenze, Prato e Pistoia.

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