In Italia mancano almeno 22mila camionisti rispetto alla domanda delle imprese di autotrasporto. E’ quanto stima la Cgia di Mestre, che vede, tra le cause che rendono meno attrattiva questa professione, stress, fatica e orario di lavoro distribuito in gran parte della giornata, ma anche le difficoltà normative: per mettersi alla guida di un tir è necessario, per legge, conseguire la patente di guida professionale (CQC) che ha un costo notevole.
Rispetto al 2019 – evidenzia l’indagine della Cgia di Mestre – il numero dei titolari della Carta di Qualificazione del
Conducente (CQC) di merci è diminuito di quasi 410mila unità. Cinque anni fa erano poco meno di 1,2 milioni, ora sfiorano quota 770 mila. Se la coorte dei giovanissimi (con meno di 25 anni) è in aumento del 65,9% (anche se in valore assoluto registriamo un modesto +2.855), le fasce demografiche tra i 30 e i 54 anni hanno subito un vero e proprio crollo (mediamente del 45/50%).
Ma soprattutto la Cgia di Mestre segnala poi che rispetto allo stock attuale, gli over 50 sono poco più di 412 mila, pari al 53,7% del totale. Pertanto, è prevedibile ritenere che fra 10 anni la stragrande maggioranza di questi lavoratori uscirà dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età. Insomma, un autista su 2 lascerà
definitivamente la guida professionale.
Del resto, calano anche le imprese di autotrasporto: negli ultimi 10 anni lo stock complessivo delle aziende del settore presenti in Italia è diminuito di 21.248 unità. Se nel 2013 erano 101.935, nel 2023 sono scese a 80.687 (-20,8%).