Da cinque giorni, la Laguna di Orbetello è al centro di un disastro ecologico che sta mettendo a dura prova l’intero ecosistema. Come avvenne nove anni fa, un drammatico evento sta causando una massiccia moria di specie ittiche, comprese anguille, spigole, cefali e avannotti, con un accumulo di circa 700 quintali di pesci morti. La situazione è in evoluzione e si prevede un ulteriore incremento delle perdite nei prossimi giorni.
Le lagune italiane, già ambienti delicati, sono fortemente influenzate dai cambiamenti climatici, che aggravano la criticità per l’ittiofauna. Pier Luigi Piro, coordinatore della Commissione nazionale ‘Lagune d’Italia’ di Acli Terra, esprime la sua preoccupazione e sottolinea la necessità di affrontare con urgenza queste problematiche.
“A Orbetello, così come in tutte le lagune italiane, è fondamentale prevenire disastri di questa portata. Occorre intervenire con opere strutturali come l’utilizzo di natanti per l’ossigenazione, l’escavazione dei canali per favorire la circolazione dell’acqua e l’installazione di acceleratori di flusso per evitare il ristagno idrico nelle aree critiche”.
Piro prosegue evidenziando le azioni intraprese in Toscana, dove l’assessore regionale all’Ambiente, Monica Monni, ha garantito la dichiarazione dello stato di calamità e stanziato fondi per il ripristino dell’ittiofauna e il sostegno alle aziende colpite.
“Come Commissione nazionale ‘Lagune d’Italia’ di Acli Terra, chiediamo con urgenza un Piano di ristrutturazione specifico e una Legge per la prevenzione di queste calamità, al fine di proteggere l’ambiente, i cittadini e gli operatori di tutte le lagune italiane”, conclude Pier Luigi Piro.