La recente indagine qualitativa condotta da Confcommercio in collaborazione con SWG mette in luce una verità ormai evidente: l’assenza di negozi di prossimità porta inevitabilmente alla desertificazione delle nostre città e borghi. Questo allarme, da tempo lanciato da Confcommercio, trova finalmente riscontro anche tra i cittadini. La chiave per invertire questa tendenza pericolosa risiede nella collaborazione tra imprese, cittadini e interlocutori politici.
Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria, esprime il proprio commento sui dati emersi dall’indagine, parte del progetto Cities. Questo progetto mira a contrastare la desertificazione commerciale nelle città italiane e a valorizzare l’importanza sociale delle economie locali. L’Umbria, con Perugia come città capofila, è tra le regioni protagoniste di questa fase sperimentale.
L’indagine rivela che gli italiani preferiscono vivere in quartieri con una maggiore presenza di negozi di prossimità, considerati elementi che rafforzano la comunità (secondo il 64% degli intervistati), aumentano la sicurezza (57%) e incrementano il valore degli immobili (fino al 26%). Ben nove persone su dieci scelgono il quartiere in cui vivere basandosi sulla presenza di questi esercizi.
Inoltre, gli intervistati identificano chiaramente i settori merceologici più a rischio: l’abbigliamento (46%) e i servizi essenziali, inclusi gli alimentari (42%).
“I negozi di vicinato svolgono un ruolo sociale insostituibile, anche nell’era digitale. Non è solo la nostra opinione, ma anche quella dei cittadini” aggiunge Mencaroni.
Il presidente sottolinea come il lavoro di sensibilizzazione sulla rigenerazione urbana sia oggi in sintonia con i sentimenti della popolazione. Per rafforzare ulteriormente questa consapevolezza, è previsto un importante evento in autunno con la partecipazione di esperti del settore.
Il quadro per l’Umbria è già allarmante. Secondo l’Osservatorio sulla demografia d’impresa di Confcommercio, negli ultimi dieci anni sono scomparse 108 attività di commercio al dettaglio nel centro storico di Perugia e 82 a Terni. Negli ultimi quattro anni, Perugia ha perso il 12,04% dei suoi negozi nel centro storico, mentre nelle periferie il calo è stato del 7,16%. A Terni, la riduzione è stata dell’8,38% nel centro storico e del 5,01% nelle periferie.
Confrontando i dati del 2012 con quelli del 2023, il centro storico di Perugia ha visto la chiusura del 30,95% delle attività commerciali, rispetto al 13,98% del resto del territorio comunale. A Terni, le percentuali negative sono più vicine: 21,13% nel centro storico e 17,78% nel resto del territorio.
“Come già denunciato” conclude Mencaroni, “questo trend è preoccupante e coinvolge tutti. Significa meno servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività. La riduzione dei servizi offerti dai negozi di prossimità porta al rischio di desertificazione commerciale dei centri storici, che invece devono attrarre giovani e famiglie con politiche attive mirate”.
Il progetto Cities di Confcommercio, che include 12 cantieri di innovazione urbana in Italia, tra cui Perugia, mira a contrastare la desertificazione commerciale attraverso la riqualificazione e rigenerazione dei centri urbani e il sostegno alle economie di prossimità.