In Toscana 200mila cinghiali, danni e incidenti: rivedere il Piano faunistico venatorio

cinghiali lupi

I cinghiali in Toscana, non solo un flagello per l’agricoltura, con 25 milioni di danni alle coltivazioni dal 2010, in media circa 2 milioni di euro l’anno. La Toscana è anche al primo posto per numero di incidenti stradali provocati dagli animali selvatici: più di uno al mese, addirittura 23 nell’ultimo anno.

Gli incidenti stradali

L’ultimo in maremma nel Comune di Castiglione della Pescaia con l’auto con a bordo tre ragazzi che si ribalda nel tentativo di evitare l’impatto. Una cinquantina le strade regionali dove si sono verificati incidenti, anche mortali, documentate dalle cronache o oggetto di segnalazioni ripetute di attraversamento di cinghiali ed altre specie da parte degli agricoltori. Spesso si tratta di strade che confinano con parchi e boschi anche importanti come la Superstrada Fi Pi Li, l’Autostrada A 11 Firenze Mare e l’Autopalio Siena – Firenze.

La protesta

Ecco perché a Firenze, accanto agli agricoltori di Coldiretti, sono scesi in piazza anche i sindaci e tanti cittadini, preoccupati perla situazione. La calamità dei cinghiali è arrivata infatti anche nei centri abitati, nei parchi giochi e persino sulle spiagge.

A sostenere la protesta di Coldiretti oltre cinquanta sindaci con la fascia tricolore ed amministratori locali che vivono la quotidiana difficoltà di gestione della fauna selvatica.

“Gli sforzi normativi compiuti fino a qui per riportare in equilibrio la fauna selvatica, in particolare i cinghiali che sono colpevoli dell’80% dei danni alle produzioni agricole, non sono sufficienti. Bisogna fare di più – ha detto la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani – e farlo subito. Questo è il motivo per cui noi di Coldiretti su quel piano straordinario chiediamo dei miglioramenti per renderlo concreto ed efficace prevedendo la delega agli abbattimenti anche per famigliari e dipendenti delle imprese agricole e la riduzione dei tempi delle autorizzazione per gli interventi di prelievo da parte della Polizia Provinciale. La presenza incontrollata dei cinghiali, e più in generale della fauna selvatica, ha generato un grandissimo malcontento di cui la politica si deve fare carico. Il sistema dei risarcimenti non raffigura la vera realtà dei territori poiché gli agricoltori non denunciano neanche più tanto è lo sconforto e l’impotenza di fronte ad indennizzi inadeguati, aggravi burocratici e tempistiche inaccettabili”.

cinghiali

I numeri degli ungulati

In Toscana, secondo i dati della Regione Toscana, scorrazzano liberamente 400 mila ungulati: 200 sono cinghiali, 160 mila caprioli, 7.000 daini e 6.000 cervi (dati Regione Toscana) a cui si è aggiunto, negli ultimi anni, il flagello dei pappagalli alieni (parrocchetti monaci) con almeno un migliaio di esemplari concentrati principalmente nella piana fiorentina.

I danni alle coltivazioni

La principale sciagura per le colture è rappresentata proprio dai cinghiali, con l’80% dei danni complessivi. Seguita da caprioli e daini. Ai primi posti tra le coltivazioni preferite e quindi più danneggiate c’è l’uva, poi i campi di mais e cereali, sia nella fase di semina che maturazione, il favino e le erbe mediche utilizzate per l’allevamento del bestiame. Ma vanno pazzi anche per lenticchie e legumi, farro ed orzo, castagne ed ortaggi a pieno campo per finire con le piante del bosco e le coltivazioni di girasole.

Peste suina africana

E poi c’è il rischio Peste Suina, ormai alle porte della Toscana. Sulla gestione dell’emergenza della Psa, di cui i cinghiali sono il principale vettore, per Coldiretti serve un cambio di passo, per evitare la sua diffusione in Toscana. Che significherebbe dover abbattere, a scopo precauzionale, migliaia di capi di suini sani, enormi sarebbero le ripercussioni dovute alle restrizioni anche per settori chiave come il turismo. Il rischio è di paralizzare intere porzioni di territorio.

L’incubo si trova già alle porte della regione, nella vicina Lunigiana, dove i sindaci di sette comuni, dopo l’emersione dei primi casi nella vicina La Spezia, sono stati costretti ad attivare le restrizioni. Una preoccupazione che gli agricoltori toscani tramuteranno in un altro presidio, venerdì 5 luglio (dalle 15.30 in poi), di fronte alla sede dell’Unione dei Comuni della Lunigiana a Pontremoli. “Il tema non è se, ma quando registreremo il primo caso di animale infetto nella nostra regione. Dobbiamo evitare e scongiurare che questa sciagura si abbatta sulle nostre imprese e sui cittadini e per farlo deve essere applicato alla lettera il piano straordinario di controllo previsto dalla legge 157/92 articolo 19. Le conseguenze sarebbero pesantissime dal punto di vista sanitario, economico, sociale ed ambientale – ha spiegato ancora la presidente Cesani –. Siamo costretti a rincorrere perché è mancata del tutto la prevenzione: abbiamo lasciato che i cinghiali proliferassero indisturbati. Alla fine questo immobilismo ci presenterà il conto”.

Revisione del Piano faunistico venatorio

Coldiretti invoca  la revisione del Piano faunistico venatorio regionale, che secondo l’associazione dovrà mettere al primo posto la salvaguardia della produzione agricola, e quindi della filiera alimentare fondamentale per la nostra sussistenza. “E’ questo il motivo – ha detto Cesani – per cui chiediamo la ridefinizione dei confini delle zone non vocate a tutte le aree coltivate: dove ci sono produzioni agricole non può esserci fauna selvatica. I campi sono ricoperti di recinzioni e si sono spese tantissime risorse in prevenzione ma questo non è servito agli agricoltori. Centinaia e centinaia di ettari fertili nella nostra regione in questi anni stati abbandonati contribuendo all’aumento del rischio di erosione e dissesto idrogeologico. Fare attività agricola è diventato impossibile ed insostenibile con conseguenze dirette sul mantenimento del paesaggio, sulla cura del territorio, sulla biodiversità”.

L’indagine: cresce la paura

Di fronte all’invasione degli animali selvatici cresce la paura dei cittadini. Tra branchi di cinghiali nei parchi giochi, nei giardini pubblici in pieno giorno e persino negli orti sociali e fra gli ombrelloni in mezzo ai turisti.

La percezione nei confronti del “fenomeno” è andata di pari passo con il crescente numero di avvistamenti nelle aree urbane che ormai sono all’ordine del giorno. I cinghiali sono diventati una minaccia anche per i cittadini: la pensa così più di uno su due (58%) mentre quasi sette su dieci (69%) ritengono che siano troppo numerosi. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’. Il risultato – sottolinea Coldiretti Toscana – è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali.

Giani e Saccardi in piazza

In piazza, a parlare con gli agricoltori, sono arrivati il Governatore Eugenio Giani e l’assessora regionale all’agroalimentare, Stefania Saccardi a cui è stato consegnata una sagoma di cinghiale a grandezza naturale. Il Governatore e l’assessora hanno assicurato impegno e risposte portando nella prossima giunta i provvedimenti di emergenza che Coldiretti ha chiesto come il piano straordinario di contenimento di tutta la fauna selvatica a partire dai cinghiali per i quali le misure ad oggi prese hanno necessità di implementazione e di una applicazione puntuale.

I sindaci presenti

Questi i sindaci presenti, secondo l’elenco fornito da Coldiretti: Emanuele Piani (Sindaco Comune di San Godenzo), Francesco Tagliaferri (Sindaco Comune di Vicchio), Sara Di Maio (Sindaco Comune di Barberino del Mugello), Marco Bottino (Sindaco Comune Palazzuolo sul Senio), Massimiliano Amato (Sindaco Comune di Dicomano), Paolo Vignozzi (Assessore Comune di Montespertoli), Sergio Marzocchi (Sindaco Gambassi Terme), Alessio Capresi (consigliere comunale Gambassi Terme), Luca Belcari (vice sindaco Comune di Montaione), Emanuele Caporaso (Sindaco Comune Lastra a Signa), Roberto Ciappi (Sindaco San Casciano Val di Pesa), Tommaso Triberti (Sindaco Comune Marradi), Federico Ignesti (Sindaco di Scarperia e San Piero), Marco Recati (Assessore Comune di Scarperia e San Piero), Giampaolo Buti (Sindaco di Firenzuola), Maurizio Bruschi (assessore Comune Serravalle Pistoiese), Simone Niccolai (assessore Comune di Quarrata), Alessandro Tommasi (Sindaco di Pistoia), Federico Bruschi (Sindaco di Marliana), Dino Corvio (Sindaco di Uzzano), Luca Tridente (vice sindaco Comune di Pescia), Giacomo Buonomini (vice sindaco Comune di San Marcello Piteglio), Alberto Bruzzani (assessore Comune Monsummano Terme), Chiara Veronesi (consigliere Comune Montecatini Val di Cecina), Giulia Paoletti (assessore Comune Monterverdi Marittimo), Giulia Gambini (assessore Comune Pisa), Filippo Pancrazia (assessore Comune San Giuliano Terme), Nina Canarini (assessore Comune Vecchiano), Matteo Arcenni (Sindaco Terricciola), Iacopo Franci (Sindaco Foiano della Chiana), Francesca Sebastiani (assessore Comune Castiglione Fiorentino), Luciano Meoni (Sindaco di Cortona), Stefano Suardi (assessore Comune di Cortona), Giuliano Del Pià (consigliere Comune San Sepolcro), Settimio Tombini (consigliere Comune Sestino), Roberto Pertichini (Sindaco Montemignaio), Massimo Martini (assessore Comune Prato Vecchio Stia), Jamal Casetti (assessore Comune Poppi), Flavia Maggia (assessore Castiglione d’Orcia), Giancarlo Faedda (vice sindaco Comune Radicofani), Fabiana Ciancimino (vice sindaco Comune Piancastagnaio), Mattia Mangone (assessore Comune Asciano), Matteo Mastrini (Sindaco Tresana), Claudio Novoa (Sindaco Mulazzo), Gianluigi Giannetti (Sindaco Fivizzano), Davide Saisi (Sindaco Comune Gallicano), Giovanni Guastalli (Sindaco Comune Bagnone), Cristian Petacchi (Sindaco Comune Zeri), Graziano Dalle Luche (assessore Comune Camaiore), Chiara Ferrari (Comune Massa), Daniele Rossi (Comune Seggiano), Dario Bandinelli (assessore Comune Magliano in Toscana), Mario Tanda (delegato Comune Monterotondo Marittimo), Valentino Bisconti (vice presidente Provincia Grosseto).

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