Paradossi delle assunzioni di laureati in Umbria: l’analisi

Giorgio Mencaroni

Esiste un paradosso nelle assunzioni di laureati in Umbria da parte delle imprese: da un lato, la regione è la terzultima in Italia per percentuale di assunzioni di laureati sul totale delle avviamenti al lavoro nel 2023; dall’altro, le imprese umbre segnalano che non riescono a trovare oltre un laureato su due di cui hanno bisogno, con percentuali che arrivano al 74% tra il personale medico e paramedico, al 70% tra gli ingegneri elettronici e dell’informazione, e al 68% tra i laureati in ingegneria civile e architettura.

Questa situazione emerge dal dettagliato rapporto redatto da Unioncamere, basato sui dati del Sistema Informativo Excelsior (curato da Unioncamere e Anpal) e AlmaLaurea, intitolato “Laureati e Lavoro – Gli Sbocchi Professionali dei Laureati nelle Imprese, Indagine 2023”. Il report analizza approfonditamente la situazione in tutte le regioni italiane.

Il contesto umbro nel 2023

Nel 2023, le imprese umbre avevano dichiarato di voler assumere 5.900 laureati, pari al 9,1% delle assunzioni totali. Questo dato colloca l’Umbria al terz’ultimo posto in Italia, superata solo da Abruzzo (8,3%) e Valle d’Aosta (6,8%). Al contrario, le regioni con le percentuali più alte di assunzioni di laureati sono Lombardia (18,8%), Lazio (18,4%) e Piemonte (15,7%). In confronto, altre regioni del Centro Italia come Toscana e Marche registrano percentuali simili a quelle dell’Umbria, rispettivamente 9,5% e 9,3%.

Dal 2019 al 2023, le assunzioni di laureati in Umbria sono aumentate dell’11,7% (da 5.284 a 5.900), mentre a livello nazionale la crescita è stata del 30,2%. Questo trend mostra una crescita significativa, anche se inferiore rispetto alla media italiana.

Assunzioni per indirizzo universitario e difficoltà di reperimento

Di seguito sono riportate le assunzioni in Umbria per indirizzo universitario e le percentuali di difficoltà di reperimento da parte delle imprese. La tabella mostra il numero di assunzioni e la percentuale di difficoltà di reperimento, ordinata per numero di avviamenti:

Indirizzo Universitario Numero Assunzioni Difficoltà di Reperimento (%)
Economico 1.940 60%
Insegnamento e Formazione 830 49%
Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche 430 64%
Sanitario e Paramedico 420 74%
Ingegneria Industriale 400 61%
Chimico-Farmaceutico 370 65%
Ingegneria Civile e Architettura 310 68%
Ingegneria Elettronica e dell’Informazione 260 70%
Umanistico, Filosofico, Storico e Artistico 180 47%
Politico-Sociale 160 47%
Linguistico, Traduttori e Interpreti 140 59%
Altri Indirizzi di Ingegneria 100 49%
Medico e Odontoiatrico 100 65%
Scienze Motorie 80 65%
Agrario, Agroalimentare e Zootecnico 50 65%
Giuridico 40 30%
Statistico 40 6%
Psicologico 30 55%
Scienze Biologiche e Biotecnologie 0%
Scienze della Terra 0%

 

Motivazioni delle difficoltà di reperimento e quadro italiano

Secondo Unioncamere, le imprese italiane hanno riscontrato difficoltà nel reperimento di un laureato su due, pari a 376.000 ingressi nel 2023 (il 49% delle assunzioni di laureati). Il principale motivo di tali difficoltà, nel 62,9% dei casi, è il “gap di offerta”, cioè un numero ridotto di candidati disponibili, in particolare per laureati in indirizzi come statistico, sanitario e paramedico, medico e odontoiatrico, e chimico-farmaceutico.

In misura minore, le difficoltà sono legate al “gap di competenze”, ovvero una formazione non adeguata, indicata dalle imprese nel 29,3% dei casi.

Competenze richieste dalle imprese

Le competenze più richieste dalle imprese nel 2023 includono la flessibilità e adattamento, la capacità di lavorare in gruppo e il problem solving, richieste rispettivamente per l’84,4%, l’81,1% e il 79,2% delle assunzioni previste.

Le imprese richiedono spesso esperienza pregressa: nel 53,1% dei casi è richiesta un’esperienza specifica, nel 34,5% un’esperienza più ampia nello stesso settore, e nel 6,0% un’esperienza generica. Solo nel 6,4% dei casi non è richiesta alcuna esperienza.

Secondo i dati AlmaLaurea del 2022, chi ha svolto un tirocinio curriculare ha avuto il 4,3% di probabilità in più di essere occupato a un anno dal conseguimento del titolo rispetto a chi non ha svolto tali attività. Inoltre, chi ha studiato all’estero ha avuto maggiori probabilità di occupazione rispetto a chi non ha mai svolto un soggiorno all’estero, sia che si tratti di esperienze riconosciute dal corso di laurea (+12,3%) o di iniziative personali (+25,8%).

Considerazioni finali

Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, ha sottolineato che, sebbene la crescita delle assunzioni di laureati sia inferiore alla media nazionale, tra il 2019 e il 2023 c’è stato un incremento da 5.284 a 5.900 assunzioni. Questo testimonia un cambiamento, seppur insufficiente, verso una maggiore innovazione e qualità nel sistema imprenditoriale umbro. Tuttavia, permangono sfide significative, come la difficoltà nel reperimento di personale qualificato, che richiedono strategie efficaci e mirate. La Camera di Commercio è impegnata nel promuovere la transizione digitale ed ecologica, accompagnando il cambiamento nel tessuto economico regionale.

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