La prestigiosa Collezione Albertini, composta da documenti e copertine in pergamena del XIV e XV secolo, è finalmente tornata a Perugia. La Fondazione Perugia ha acquisito 153 lotti durante un’asta a Parigi, tenutasi la sera del 21 giugno 2024 presso la casa d’aste Mirabaud Mercier, dopo aver ottenuto l’autorizzazione necessaria dagli Archivi di Francia.
Il prezzo di aggiudicazione è stato di 305.000 euro, oltre ai diritti d’incanto. Questi preziosi rivestimenti documentali, splendidamente decorati e dipinti, provenivano dai registri dei podestà, capitani del popolo, giudici e sindaci del Comune di Perugia. Molti di essi raffigurano il Grifo o gli emblemi dei magistrati eletti per amministrare la città.
Il giurista Luigi Albertini acquisì la collezione a metà Ottocento a Roma da Josef Spithorer, antiquario e diplomatico peruviano a Parigi. Successivamente, Albertini trasferì l’intera raccolta in Francia, dove è stata custodita fino ad oggi dai suoi eredi.
Le preziose copertine erano state separate dagli antichi registri dell’amministrazione giudiziaria, attualmente conservati presso l’Archivio di Stato di Perugia. Con il loro ritorno in Umbria e dopo un’attenta analisi, sarà possibile ricollocare i vari elementi e ricostruire l’unità documentaria originale.
I beni acquistati dalla Fondazione Perugia hanno un valore culturale, artistico, storico e araldico inestimabile. Attraverso il loro studio, sarà possibile ricostruire i volti di alcuni magistrati che amministrarono la giustizia a Perugia. Recentemente, diversi esperti e storici dell’arte avevano sollecitato, anche attraverso appelli pubblici, l’acquisto della collezione da parte di un ente pubblico o privato.
“Il successo dell’asta parigina è motivo di grande orgoglio e soddisfazione per noi”, ha dichiarato Alcide Casini, presidente della Fondazione Perugia. “L’impegno economico del nostro ente è stato notevole, ma ancora più importante è il valore di questa collezione per la cultura e l’identità del territorio. La raccolta Albertini ha un significato simbolico e scientifico enorme e permetterà ai ricercatori di approfondire la storia della città con nuovi strumenti. Riportare a casa un tale patrimonio era doveroso e in piena coerenza con la nostra missione di custodi e promotori di arte e cultura”.