Si è dimostrato quello che doveva essere un tink tank dei giovani di Confagricoltura per parlare di Europa, di prospettive e certamente di agricoltura, proprio all’indomani delle elezioni europee. E’ il “Young Farmers Symposium”, evento che riunisce i componenti del Ceja (Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori) in rappresentanza del milione di agricoltori ‘under 35’ della UE.
L’appuntamento si sta tenendo in Italia dopo molti anni, sta approfondendo uno dei principi fondamentali della politica agricola comune, quello di favorire il ricambio generazionale nel settore primario: senza giovani e innovazione l’agricoltura europea non ha futuro.
La tre giorni di Firenze, che coinvolge numerosi giovani provenienti da tutta Europa, oltre ad essere un appuntamento cruciale, appena dopo la tornata elettorale europea, alternerà riunioni tecniche a visite aziendali. Una fra tutte quella al Castello di Pomino, la cinquecentesca tenuta Frescobaldi nei Colli fiorentini, che produce vini di altissima qualità premiati già alle Esposizioni Universali di Vienna (1863) e di Parigi (1878).
Oggi, venerdì 14 giugno, alle 15:30 nell’Auditorium della Camera di Commercio di Firenze in piazza dei Giudici, si parlerà di politica agricola e d’innovazione del settore, due temi apparentemente lontani, ma profondamente interconnessi, legati al ricambio generazionale e all’ingresso dei giovani in agricoltura. Focus della giornata il dibattito “Tea, finalmente in campo”, con gli interventi di alcuni tra i massimi esperti del settore. Il presidente di Confagricoltura e vicepresidente del Copa, Massimiliano Giansanti, concluderà i lavori.
“Se i giovani agricoltori con meno di 35 anni raggiungono poco più del 6% a fronte di quelli con più di 65 che superano il 33%, è giunto il momento di rivoluzionare la Pac, mettendo al centro degli obiettivi il ricambio generazionale, ma non solo: occorre una riflessione sull’intera politica agricola, valutandone strumenti, efficacia e attenzione all’innovazione. Abbiamo coinvolto in questo Simposio numerosi esperti di alto livello – afferma Giovanni Gioia, presidente dell’Anga – perché siamo convinti della necessità di dare un futuro sostenibile al nostro settore”.