Il 5 giugno scorso, il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” ha ospitato un simposio internazionale intitolato “La progettazione tecnologica e ambientale per l’eco-transizione dei quartieri residenziali“. L’evento, promosso d Paola Ascione (DiARC UNINA, Docomomo Italia), ha visto la partecipazione di Paola Marone, presidente di Federcostruzioni, che ha offerto il punto di vista della federazione.
Discussioni e prospettive sul futuro delle città
Il tema centrale del simposio, la progettazione tecnologica e ambientale per la eco-transizione dei quartieri residenziali, rappresenta una componente cruciale per il futuro delle città italiane e dell’ambiente costruito. Durante l’incontro, è stato illustrato il progetto premiato da Europa Nostra per “La Cité du Lignon” a Ginevra, un’importante operazione di rinnovo e riqualificazione energetica degli edifici residenziali. Il progetto, sviluppato da Franz Graf (Università della Svizzera italiana / Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne) e da Giulia Marino (Université catholique de Louvain / Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne), ha ottenuto riconoscimenti per il suo metodo di valutazione multicriteri basato su una conoscenza approfondita degli edifici, delle loro caratteristiche materiali e intrinseche.
La giuria ha lodato l’approccio rigoroso e metodologico del progetto, evidenziando come questo potrebbe essere applicato a diversi complessi abitativi del dopoguerra in Europa.
La necessità di intervenire sul patrimonio immobiliare in Europa
I dati europei sottolineano l’urgenza di intervenire sul patrimonio immobiliare esistente, che rappresenta circa il 40% dei consumi energetici globali. Il miglioramento delle prestazioni termiche degli edifici è una priorità per lo sviluppo sostenibile, spesso attuato con interventi significativi sulla materialità originaria degli edifici. Attualmente, il 63% del patrimonio residenziale nazionale italiano si trova nelle classi energetiche F e G, rispetto al 45% in Germania, al 25% in Spagna e al 21% in Francia. La Direttiva Green dell’Unione Europea richiede una riduzione del 16% dei consumi energetici entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, un obiettivo complesso e costoso che richiede un piano di rigenerazione urbana interdisciplinare e integrato.
Il confronto avviato dalla prof.ssa Ascione rappresenta un primo passo verso l’identificazione di una strategia integrata in attesa di una legge sulla rigenerazione urbana che fornisca gli strumenti operativi necessari.
Sintesi dell’intervento di Paola Marone, presidente Federcostruzioni
“L’efficienza energetica è un elemento fondamentale per la sostenibilità del nostro patrimonio edilizio. La nuova Direttiva EPBD mira a un parco immobiliare decarbonizzato entro il 2050, con obiettivi intermedi di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni climalteranti. Per il settore residenziale, la direttiva prevede una riduzione del 16% del consumo medio di energia primaria degli edifici esistenti entro il 2030, e che gli edifici di nuova costruzione siano a emissioni zero a partire dalla stessa data”.
“Per raggiungere questi obiettivi, è necessario mantenere il ritmo di ristrutturazioni degli ultimi tre anni, ma il tasso annuo precedente è insufficiente. La riqualificazione energetica degli edifici è cruciale per promuovere la sostenibilità, specialmente in Italia, dove il patrimonio immobiliare ha caratteristiche energetiche scadenti. Secondo stime ANCE sui dati ENEA, il 54% delle unità immobiliari residenziali ricade nelle classi energetiche peggiori (G ed F)”.
“Occorre promuovere la consapevolezza e l’educazione al risparmio energetico e alla sicurezza, attraverso iniziative di informazione specifiche. Il Governo deve attuare il piano nazionale di ristrutturazione previsto dalla Direttiva EPBD, che stabilisce la traiettoria da seguire per le scadenze del 2030 e oltre. Sono necessari nuovi strumenti incentivanti per le ristrutturazioni integrate, migliorando l’edificio in tutti gli aspetti: involucro, impianti e componenti edilizi. Serve un piano industriale decennale per raggiungere gli obiettivi della Direttiva Case Green. Il settore delle costruzioni è tecnicamente pronto per adeguarsi ai nuovi standard europei”.
Considerazioni della Prof.ssa Paola Ascione
“Dobbiamo considerare il patrimonio immobiliare come un’eredità e una risorsa per l’abitare contemporaneo. Il simposio del 5 giugno ha presentato casi di riqualificazione di edifici residenziali di alta qualità architettonica e ha fatto il punto sulla ricerca nella progettazione tecnologica e ambientale del patrimonio costruito diffuso”.
“È emersa una tendenza al tecnicismo basato sulle prestazioni energetiche, spesso con soluzioni conformi non adattive, mostrando criticità derivanti dall’assenza di una visione olistica. L’eco-transizione è un tema attuale e urgente che richiede l’impegno di Enti, Istituzioni e Università per rinnovare approcci metodologici e innescare processi innovativi, includendo aspetti progettuali e procedurali”.
“Abbiamo scelto il lavoro del Politecnico di Losanna come esempio di un metodo condiviso, versatile e reiterabile, basato su una conoscenza approfondita del valore architettonico del patrimonio. Serve un approccio olistico alla rigenerazione, con attenzione alla progettazione ambientale, spesso sottovalutata dalle attuali normative. Siamo di fronte a un problema sostanziale di valutazione della qualità”.