Il settore delle costruzioni regge in Sardegna. Presentato il Rapporto Costruzioni.

Il settore cresce ancora nonostante le difficoltà che ha incontrato. Il mondo dell’edilizia in Sardegna mantiene la sua vivacità anche se l’orizzonte si sia corruscato.
Il 2023 conferma la crescita dei più importanti segmenti tipologici del mercato.
Trainato dall’andamento positivo della nuova produzione edilizia (+2,1%), dagli investimenti in nuove costruzioni residenziali (+5,2%) e non residenziali (+4,4%), dalla tenuta del mercato immobiliare (+4,9%) nonostante la contrazione delle compravendite residenziali, della crescita in termini di importo dei bandi di gara (+3,6%) ma soprattutto della performance eccezionale delle opere pubbliche vero motore del mercato (+21,7%), la filiera delle costruzioni isolane nel 2023 vede il proprio volume d’affari crescere del 6,3% e gli investimenti del 7,5%.
Nel 2023 il volume d’affari è stimato in 7,983 mld di euro (+6.5%) e + 7,5% gli investimenti sul 2022, di cui 6,5 mld relativi ad investimenti e 1,5 mld destinati alla manutenzione ordinaria.
“Lo scenario previsionale sull’andamento del mercato nei prossimi anni – dichiarano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente Segretario Regionale CNA e Presidente Regionale di CNA Costruzioni – è legato principalmente alle politiche di parte pubblica riguardante da un lato la spesa fiscale per gli interventi di riqualificazione residenziale (cosa farà il governo per rispondere alle nuove direttive Europee?), del buon utilizzo delle risorse per le opere pubbliche messe in campo da qui al 2026 e oltre. Su questo fronte – continuano Porcu e Mascia – molto dipenderà dall’avanzamento dei cantieri in atto e dall’avvio di quelli in programma. Siamo in una fase in cui, almeno sul fronte pubblico, il nodo non è tanto quello delle risorse, ma quello dell’effettiva capacità di spesa, da troppo tempo ostacolata da fattori strutturali, vincoli burocratici, inadeguatezze gestionali, tensioni sul fronte dell’offerta, rincari delle quotazioni delle materie prime, ma soprattutto della difficoltà, per le imprese di trovare manodopera e maestranze qualificate.”

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