Prende le mosse da un messaggio diretto e toccante la nuova campagna di ENPA intitolata “Imperfetti Cercasi”, che incoraggia l’adozione degli animali ospiti dei rifugi dell’Ente.
L’iniziativa è presentata con un’affermazione immediata: “Se sei imperfetto, per loro è perfetto”, accompagnata da immagini tenere ed emblematiche, come un cucciolo che “ruba” da un piatto dimenticato a tavola, un gatto raggomitolato su pile di maglioni, un tenero coniglio accoccolato in uno scatolone abbandonato per terra.
Questi affettuosi amici, infatti, non si preoccupano del disordine di una casa dal tocco bohémien: amano il loro compagno umano senza fare distinzioni o emettere giudizi. Anzi, per loro i nostri difetti sono fonte di divertimento e ogni momento diventa un’esperienza di gioco. Una delicata riflessione che risuona nel cuore di chi condivide la propria vita con un animale domestico è racchiusa nelle parole di John Grogan, autore del bestseller “Io & Marley”: “A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido… Se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo”.
«È vero, gli animali hanno il potere di vivere pienamente le emozioni e non hanno tutti i costrutti che abbiamo noi umani, abituati a una vita sociale piena e caotica», spiega Giusy D’Angelo, Responsabile Nazionale Centro Comunicazione e Sviluppo di ENPA. «Sono immuni dalle strutture mentali che ci siamo costruiti noi, come ad esempio i valori economici o le preoccupazioni dell’apparire; hanno una scala di valori che riguarda solamente il lato affettivo: sanno perdonare, non fanno pesare il sacrificio, sono onesti e puri nel comunicare le emozioni. Inoltre ci insegnano che non esistono barriere o differenze: per loro tutto ciò che conta è l’individuo, non è importante se gli diamo una ciotola d’argento o la ciotolina biodegradabile, non escludono dai giochi il cane tripode o il gatto senza coda, ma conoscono il valore dell’inclusività e della condivisione. Il rapporto con loro ci regala tanti benefici: la “risata” che ci investe quando torniamo a casa, la salutare attività fisica che l’animale ci porta a fare anche quando siamo stanchi o svogliati, la capacità di farci ritrovare il contatto sociale con altre persone, il conforto che ci offrono quando siamo tristi o demoralizzati».
Nel messaggio della campagna nazionale “Imperfetti Cercasi” si sottolinea soprattutto l’importanza delle adozioni dirette e consapevoli: «È l’altro messaggio importante che promuoviamo: il valore dell’accettazione, imparare di nuovo a convivere tutti insieme, responsabilmente. E trasmettere il senso di quella che per noi è la “famiglia”, intesa come l’insieme di persone, animali e ambiente. Vogliamo soprattutto far comprendere che l’animale ospite nei nostri rifugi non è un “difetto” o un essere imperfetto. Si trova lì per la mancanza di responsabilità di chi doveva accudirlo e non l’ha fatto».
In ogni caso, la decisione di adottare un animale da un rifugio deve essere orientata al “per sempre”. Molte persone affrontano questa decisione senza una giusta riflessione. Invece è cruciale comprendere che l’animale va considerato a tutti gli effetti come un membro della famiglia che richiede cure, nutrimento, e attenzioni. Quando tale impegno viene meno si contribuisce alla diffusione del randagismo, con conseguenze nefaste per gli animali.
«Purtroppo, in Italia, manca ancora una cultura profonda ed empatica nei confronti dei nostri amici a quattro zampe. Si stima che ogni anno vengano abbandonati circa 80.000 gatti e 50.000 cani: dati che, nonostante l’esistenza di leggi più severe per punire il reato, mettono in luce quanto sia grave il problema. Questo fenomeno si riflette anche sul numero stimato di almeno 600.000 randagi presenti nella nostra Penisola, una vera piaga. Il randagismo rurale, più diffuso nel Centro-Sud e nelle Isole, così come nei territori legati alla caccia e alla pastorizia, dove manca la cultura della sterilizzazione, del microchip e di altre pratiche preventive, contribuisce al problema e richiederebbe un cambiamento culturale urgente. A questo si aggiunge quello che io chiamo “randagismo legalizzato”. Si tratta di famiglie che hanno adottato un animale e che dopo poco tempo decidono di liberarsene contattando una struttura come la nostra. Indipendentemente dalle “motivazioni” più disparate, che possono anche avere basi oggettive, è ancora una realtà molto tangibile. Ogni animale abbandonato diventa quindi un ospite aggiuntivo nei rifugi, un essere in cerca di una seconda opportunità attraverso l’adozione. Affrontare queste problematiche richiede non solo l’applicazione di leggi, ma anche un impegno per promuovere un autentico cambiamento culturale».
Al fenomeno del randagismo si aggiungono i casi di sequestro che coinvolgono cani maltrattati o provenienti da allevamenti abusivi e canili-lager.
«Sono particolarmente sensibile a questo argomento e alla prevenzione dei casi di maltrattamento sugli animali, quindi voglio ricordare che diversi studi psichiatrici hanno dimostrato che un atto di violenza compiuto su un animale può poi essere perpetrato anche su persone: donne, anziani, bambini. Invito e inviterò sempre a non avere alcuna paura nel segnalare alle autorità qualsiasi caso di violenza sugli animali di cui si è testimoni: la persona che ne è responsabile, oltre a rappresentare un pericolo per gli altri, ha probabilmente bisogno di un aiuto specifico. Spesso i maltrattamenti non vengono denunciati per timore di ritorsioni: tuttavia non tutti sanno che è possibile denunciare in forma anonima, ed essere così tutelati. È consigliabile inizialmente contattare la Polizia Municipale o i Carabinieri delle Unità Forestali. In alternativa, è possibile rivolgersi alle Guardie Zoofile di ENPA, formate da volontari abilitati a monitorare tali situazioni».
Da sempre, l’ENPA si dedica alla sensibilizzazione come punto di partenza per favorire una reale presa di coscienza e per promuovere un autentico cambio culturale. Questo impegno è concreto nelle sue iniziative, mirate a diffondere consapevolezza e responsabilità verso gli animali.
«Oltre ad agire nelle situazioni di emergenza, è fondamentale insistere sull’aspetto della prevenzione. È importante insegnare ai bambini che gli animali hanno i loro bisogni e quindi vanno rispettati e protetti. Per questo, come ENPA, sviluppiamo progetti didattici all’interno delle scuole e organizziamo campus, centri estivi e momenti di aggregazione in cui i ragazzi possono visitare i nostri rifugi e condividere le esperienze con i nostri volontari».
Per coloro che non possono accogliere un animale, l’ENPA offre l’opzione dell’adozione indiretta come valida alternativa: «Non tutti hanno la possibilità di adottare un animale, e del resto ospitiamo molti animali che non possono essere inseriti in un ambiente domestico, come esemplari di fauna selvatica quali cervi, cinghiali ecc. Per questo, sul nostro sito mettiamo a disposizione lo strumento del sostegno a distanza che consente di aiutare animali di diverse specie, di venire a trovarli o di partecipare alle nostre attività di volontariato».
Per chi desidera adottare un compagno per la vita, invece, sono aperte le porte dei rifugi.
«Sempre per il principio di adozione diretta, responsabile e consapevole, ENPA si avvale della collaborazione di veterinari comportamentalisti e di educatori cinofili che valutano la personalità e l’indice di sicurezza dell’animale per delinearne il profilo. Questo ci permette di proporlo a una famiglia che abbia a sua volta le caratteristiche più idonee per accogliere l’animale con quelle specificità. Tale pratica non intende limitare le richieste, bensì è un segno di grande serietà. Adottare diventa così un grande atto di amore, semplice e genuino, che porta beneficio non solo all’animale, ma soprattutto al cuore, e alla vita, di chi compie questo gesto meraviglioso».
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