Nascere, crescere, studiare nella propria città. Viverci da sempre. Molti ci leggerebbero il sunto di una trama piatta, arrendevole, senza prospettive.
Ma ad ascoltare la storia di Annalisa Canova che è nata, cresciuta e ha studiato a Nuoro (e a Nuoro ci vive), il racconto cambia subito prospettiva. Trasformandosi nella trama di un amore appassionato per la propria terra.
Lei, candidata consigliera regionale in Sardegna, le prospettive per il suo territorio ha cominciato a coltivarle a partire dalla laurea in Scienze dell’Amministrazione Governo e Sviluppo Locale. Prospettive che, per chi vive nel Nuorese, hanno il sapore amaro di istanze cadute nel vuoto.
«Vivo in una terra dimenticata dalla politica – esordisce la Canova – Dove i problemi si aggravano di anno in anno senza che nessuno dia un contributo concreto e intervenga in maniera significativa. Per questo i cittadini sono sfiduciati, avviliti da promesse mai mantenute. E per questo credo che l’unica promessa onesta da fare sia quella di tirar fuori la voce per dare peso al racconto di una terra che ha bisogno di slancio».
Uno slancio che, in questo momento, sembra andare nella sola direzione dello spopolamento e dell’abbandono scolastico.
«Succede quando un intero territorio è tagliato fuori da infrastrutture e mezzi di trasporto inesistenti – commenta la candidata – Le difficoltà che i miei compagni di scuola hanno vissuto 30 anni fa sono rimaste le stesse che subiscono ancora oggi i giovani del Nuorese, con autobus pubblici insufficienti a coprire le esigenze di trasporto di ragazzi che, nel periodo di avvio di ogni anno scolastico, si trovano a dover viaggiare in condizioni di sovraffollamento rischiando di non raggiungere la scuola del comune limitrofo perché l’unico autobus potrebbe essere già pieno a metà della tratta».
Una carenza che si traduce in diritti negati:
«Tutti dovrebbero avere le stesse opportunità, le stesse condizioni di partenza. Ma come lo raccontiamo questo ai tanti giovani che non possono raggiungere le Università di Cagliari o Sassari perché vivono nell’unico capoluogo a non avere un collegamento ferroviario che darebbe l’opportunità di essere studenti pendolari?».
Una riflessione che, allargata, si estende anche alle tante figure professionali presenti:
«Nessuno sogna di specializzarsi per poi regredire, o peggio non esercitare la professione. Prendiamo la Sanità: a Nuoro abbiamo un presidio ospedaliero praticamente svuotato dei suoi servizi. Ciò si traduce in liste d’attesa lunghissime e in una condizione che per i medici sta diventando insostenibile. Questi, come tanti altri, rischiano di proseguire la loro strada altrove», con buona pace di un’altra fetta di diritti che rischia di venir meno.
Trasporti inesistenti, un polo universitario isolato, la Sanità allo sbando. Il quadro per la provincia di Nuoro è quanto mai fosco. E la ragione, nella più classica delle giustificazioni, potrebbe essere quella della mancanza di risorse.
«Peccato – replica la Canova – che la Regione Sardegna abbia un importante avanzo di bilancio. Le risorse ci sono. La verità è che manca la volontà politica di programmare, proporre visioni. Per anni si è scelta la strada dell’immobilismo amministrativo, portando la Sardegna al punto più basso della sua storia amministrativa. Penso sia giunto il momento di invertire la rotta».