Una partecipazione diffusa è alla base del piano che focalizza le attività turistiche della zona sud ovest della Sardegna, quella che pare rimasta un po’ indietro rispetto all’intera Isola. Ed ora un Piano strategico di sviluppo turistico di quell’area è stato ufficialmente presentato nel corso di un evento pubblico che si è svolto a Iglesias.
È il risultato di un intenso percorso di coinvolgimento e partecipazione avviato nel mese di maggio con un workshop di presentazione del progetto e proseguito con cinque tavoli tematici di progettazione partecipata (uno per ogni cluster di progetto: turismo dei cammini, turismo degli sport d’acqua, turismo enologico, turismo outdoor, turismo marinaro) e un sesto tavolo trasversale di lavoro sulla cultura e l’ambiente.
Nicoletta Piras, direttrice del GAL Sulcis Iglesiente, esprime grande soddisfazione per la conclusione di questa prima fase del progetto: «Questo piano può rappresentare il punto di partenza per costruire tutti insieme una strategia unitaria di sviluppo turistico e far sì che il Sud Ovest della Sardegna possa diventare una destinazione turistica orientata verso un turismo esperienziale e di scoperta».
Sulla stessa linea d’onda anche il Presidente del GAL Sulcis Iglesiente, Cristoforo Luciano Piras, che afferma: «Come Gal siamo orgogliosi di essere capofila di questo progetto che vede un partenariato molto ricco riunire gli attori più importanti del nostro territorio».
I lavori sono stati aperti da Daniele Reginali (Assessore alle attività produttive Comune di Iglesias).
Sono intervenuti, tra gli altri, i rappresentanti della società Primaidea che ha curato la realizzazione del Piano: Romina Mura (Responsabile di progetto) ha illustrato il lavoro di analisi e l’esperienza di co-progettazione, mentre i consulenti in Destination management, Michele Trimarchi e Chiara Fustella, hanno esposto i contenuti del Piano strategico di sviluppo turistico del Sud Ovest della Sardegna. Davide Corriga, infine, ha esposto le linee guida della comunicazione e della promozione che hanno ispirato il progetto. È seguita l’attività di ascolto e confronto con i tutti i partecipanti.
Il progetto Vivere il Sud Ovest – finanziato da Sardegna Ricerche nell’ambito della Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) della Regione Sardegna (POR FESR 2014-2020) – vede un partenariato molto ricco, costituito dal Gal Sulcis Iglesiente (capofila), la Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, il FLAG Sardegna Sud Occidentale, le Unioni dei Comuni del Sulcis, l’Arcipelago del Sulcis e Metalla e Mare e i Parchi di Gutturu Mannu e Geominerario.
PIANO STRATEGICO PER LO SVILUPPO TURISTICO
DEL SUD-OVEST SARDEGNA
sintesi
Il Cammino Minerario di Santa Barbara come punto di partenza
per costruire una destinazione turistica del Sud-Ovest della Sardegna,
seguendo un modello di turismo lento e sostenibile a cui ispirare
lo sviluppo di un sistema di mobilità e accoglienza che promuova
la scoperta e lo sviluppo dell’intera area del Sulcis Iglesiente,
delle sue risorse e delle sue comunità, favorendo il dialogo con
gli operatori dei diversi settori, guardando alle generazioni future.
Il Piano Strategico di Sviluppo Turistico (PST) definito dalla società PrimaIdea in collaborazione con Artfiles e relativo alla costruzione della destinazione turistica del Sud-Ovest della Sardegna, è frutto di un processo di ricerca, analisi, confronto e rielaborazione che ha previsto – tra maggio e luglio 2023 – la realizzazione di una serie di attività mirate, quali la mappatura delle risorse e dei fattori identitari presenti sul territorio, la verifica dei dati raccolti, l’incontro – attraverso riunioni plenarie e tavoli tematici – con operatori e istituzioni, la cluster analysis del potenziale bacino turistico verso cui indirizzare il ventaglio dei prodotti e dei servizi, la comunicazione e la promozione, l’individuazione di best practice nazionali e internazionali da cui poter trarre indicazioni utili, ed un matching critico con quelli che sono i trend attuali e futuri del settore turistico, al fine di arrivare alla definizione di un orientamento strategico e di una struttura di governance atta a declinare tali indicazioni sul piano pratico, lungo una timeline che guardi al lungo termine, passando attraverso step di attuazione nel breve e medio periodo.
Già prima dell’avvento della pandemia – e ancor più per effetto dell’accelerazione che essa ha comportato – il turismo così come è stato per decenni ha subito una serie di mutazioni che non possono più essere ignorate e che richiedono uno sforzo diverso nella lettura di ciò che un territorio può dare a fronte di ciò che viene ora ricercato dai suoi potenziali fruitori. Per una società complessa e sofisticata va ridisegnata un’offerta turistica adeguata, ma nel caso specifico del Sulcis-Iglesiente, non essere caduto nelle trappole del turismo di massa rappresenta una grandissima opportunità: è un territorio ricchissimo di risorse naturali, storia e cultura, in gran parte da scoprire e che potrà essere sviluppato ponendo sin dalla sua progettazione un’attenzione particolare ai temi dell’accessibilità, dell’accoglienza, e della sostenibilità ambientale e sociale, con azioni che abbiano ricadute positive sull’intera comunità.
Andando oltre l’immagine di un turismo esclusivamente balneare ed estivo, il piano strategico ha quindi scelto di seguire una direzione diversa, ponendo l’accento su altri ‘prodotti’ che possono caratterizzare questa destinazione in modo più incisivo e sostenibile, parlando ad un turista viaggiatore più evoluto che ricerca esperienze autentiche in un territorio autentico. I cinque tematismi indicati a monte del progetto ed in esso analizzati nel dettaglio sono stati quindi:
1. i Cammini, forti della presenza del Cammino Minerario di Santa Barbara, ma anche di un suggestivo tratto del Cammino 100 Torri, del nascente Cammino di Santu Jacu e della futura Via del sale e del vento, che interesserà l’isola di Sant’Antioco;
2. gli Sport d’Acqua, con la presenza di condizioni di vento ottimali, sfruttate dalle diverse scuole di kitesurf con sede a Porto Botte e Punta Trettu, e la possibilità di praticare surf, SUP, canoa, barca a vela etc in diverse località, da Buggerru a Porto Pino, da Calasetta a tutta la costa delle Miniere (Torre dei Corsari, Scivu, Portixeddu, Cala Domestica, Masua etc);
3. gli itinerari Enologici, dove è il Carignano del Sulcis – vitigno autoctono – a rappresentare un’eccellenza riconosciuta ma ancora poco conosciuta, con le sue vigne che crescono di fianco a spiagge, lagune, miniere, scissi e calcari, e le sue cantine, molte delle quali piccoli e piccolissime
4. le attività Outdoor, con una fruizione attiva (con percorsi di trekking, hiking, speleologici alla scoperta delle grotte, cicloturismo e ippoturismo, canyoning, arrampicata, etc) o più “meditativa”, immersi in una natura dove svolgere esperienze legate al fluire delle stagioni, alla scoperta di erbe selvatiche e colture antiche, ma anche yoga o corsi edutainment, in cui unire storia, arte, e scienze favorendo altresì un contatto vero con comunità e persone;
5. il turismo Marinaro, ovvero la promozione di diversi modi di fruire il mare, dal pescaturismo all’ittiturismo, dalla visita ai mercati del pesce all’assaggio della cucina di mare, dalla visita alle tonnare all’ostricoltura, all’escursionismo biomarino, e non solo.
Partendo proprio da questa eterogeneità d’offerta e dalle sue possibili combinazioni, le linee strategiche identificate hanno riconosciuto nel trend del turismo lento (o slow tourism, che combina in modo efficace attività e contemplazione) il modello privilegiato a cui guardare, recependo in esso anche una via sostenibile e graduale per gestire al meglio alcune delle principali criticità rilevate in ottica di sviluppo turistico, che riguardano essenzialmente un sistema di mobilità pubblica e privata da migliorare e la necessità di un sistema ricettivo che cresca – in qualità e disponibilità – tenendo conto del prevedibile incremento della domanda e della sua specificità, anche attraverso percorsi di formazione e accompagnamento mirato degli operatori coinvolti.
Identificate in LENTEZZA, BENESSERE, COLTURA (dal latino colere, coltivare/far crescere/prendersi cura) ed ENERGIA le 4 parole chiave a cui ricondurre la mission del Progetto Strategico di Sviluppo Turistico del Sud-Ovest della Sardegna, è nel Cammino Minerario di Santa Barbara che è stato individuato il fulcro più credibile ed efficace da cui partire per costruire la destinazione integrata: una ‘chiave di volta’ matura in grado di fungere da cornice infrastrutturale e narrativa entro cui costruire la rete di operatori tanto auspicata da più parti, simbolo di un modo di fare turismo che guarda alla valorizzazione delle risorse del territorio, delle sue ricchezze ambientali e della necessità di dialogare con tutti gli operatori e le comunità presenti, costruendo e/o promuovendo con essi esperienze che possano garantire uno sviluppo armonico di tutti i suoi elementi, si tratti di percorsi enogastronomici o di vacanza outdoor, di attività sportive od olistiche, a terra o sul mare, da FARE durante tutto l’anno, addirittura con uno sbilanciamento forte sulle “basse stagioni” – primavera e autunno in primis – candidando il Sulcis Iglesiente ad essere un luogo in cui tornare in diversi momenti per scoprire fasi diverse della natura e gustarne i diversi sapori e fragranze, un passo alla volta.
Spostando l’attenzione sulla tipologia di turista/viaggiatore a cui tale proposta va indirizzata, esso può facilmente rientrare in uno o più dei quattro cluster di seguito identificati:
a) il Cluster “Natura”, composto da viaggiatori attratti dalla bellezza delle aree naturali, dai paesaggi incontaminati e desiderosi di sperimentare emozioni e nuove esperienze che rompano la routine, attraverso attività all’aperto e alloggi eco-friendly, rifugi o campeggi. La fascia d’età con la maggiore percentuale compresa all’interno di questo cluster è 25-45.
b) il Cluster “Wellness”, i cui membri cercano esperienze di viaggio che favoriscano il benessere fisico e mentale, guardando a destinazioni immerse nella natura che offrano esperienze di qualità, che includano magari ritiri yoga, meditazione, attività di digital detox, degustazione di cibi biologici e prodotti a km zero. In questo caso la fascia d’età prevalente è 35-55, con una buona capacità di spesa.
c) il Cluster “Enogastronomia”, di cui fa parte un turista motivato dalla scoperta e dalla volontà di esplorare nuovi sapori, cibi e bevande locali, nonché tradizioni culinarie e vinicole delle diverse destinazioni, alla ricerca di esperienze autentiche, legate alla cultura e alla storia dei prodotti, anche attraverso un coinvolgimento attivo durante le vendemmia, semina, potatura, raccolta olive etc. La fascia d’età prevalente è 45-60, costituita da un turista disposto a spendere per avere esperienze autentiche e che, in alcuni casi, ha già una conoscenza pregressa del settore.
d) il Cluster “Cultura e storia”, composto da viaggiatori spinti dalla curiosità di scoprire le radici storiche e culturali di una destinazione e immergersi nelle tradizioni locali, il che spesso li porta ad esplorare luoghi iconici e piccoli borghi, lontani dalla massa dei turisti, con finalità anche religiose. Questo particolare cluster racchiude in sé un’ampia fascia di turisti, che va dai più piccoli ai più grandi.
Mentre guardando a territori che contemplano al loro interno offerte turistiche omologhe – e che già attraggono questi target -, l’analisi di benchmarking svolta ha identificato e analizzato cinque destinazioni e relative best practice (Corsica – Balagna, Sicilia – Provincia Di Trapani, Toscana – Maremma, Spagna – Galizia, Francia – Bretagna) rilevando interessanti suggestioni e spunti di riflessioni che confermano il nostro approccio e i nostri orientamenti, anche nell’ottica di definire degli standard qualitativi di riferimento – in termini di offerta e servizi – a cui il turista/viaggiatore è abituato e che quindi si aspetterà anche durante un suo viaggio e soggiorno nel Sulcis-Iglesiente.
Gli orientamenti strategici derivanti da tutte queste analisi e riflessioni hanno quindi portato alla rilettura delle risorse presenti sul territorio nell’ottica della loro valorizzazione e implementazione, riconoscendone criticità e suggerendo possibili azioni per superarle, intersecando i fattori identitari (Miniere e Archeologia industriale, Paesaggio, Architettura, Storia, Prodotti agro-pastorali e artigianali) con i cluster turistici identificati, al fine di ampliare quantitativamente e qualitativamente quanto offerto in termini di turismo dei cammini, turismo degli Sport d’acqua e cicloturismo enologico, con un’attenzione particolare rivolta al recupero ed alla riconversione di spazi e luoghi, ed al “fattore vento” che potrebbe essere sviluppato in modo originale e favorire il posizionamento del territorio anche su piani differenti, dando vita a uno storytelling dl tutto originale fatto anche da opere e installazioni site-specific
Riassumendo, la filosofia di fondo del progetto è quella di estrarre il valore che già il territorio genera, rafforzarne le sinergie interne, moltiplicarne la capacità di ibridazione – soprattutto alla luce della versatilità tematica dei viaggiatori emergenti –, renderne azioni, prodotti e impatto più eloquenti, senza mai dimenticare che il primo stakeholder di un progetto di crescita turistica e culturale è la stessa comunità che abita il territorio, tracciandone l’identità specifica e gli orientamenti strategici.
Per questo motivo, la struttura di governance proposta non si dovrà sovrapporre né alle istituzioni né alle organizzazioni o alle associazioni a diverso titolo attive, ma al contrario dovrà facilitare e intensificare le possibili sinergie sul ventaglio delle azioni che toccheranno tutta la stratificazione del palinsesto turistico, dall’infrastruttura materiale alle competenze del capitale umano, dalle attività culturali, sociali ed economiche ai servizi rivolti alla comunità territoriale e ai viaggiatori. Da questa prospettiva, la struttura di governance dovrà integrare l’esperienza specifica di cui il territorio è già ricco sul piano costruttivo, la visione strategica e culturale che ne sappia estrarre le diverse sfaccettature identitarie sul piano scientifico, le attribuzioni giuridiche e gestionali sul piano istituzionale.