Muglia (Edizioni Il Molo), l’editore e consulente editoriale sempre alla ricerca di autori in grado di emozionare

Il Molo, che Gian Luca Muglia ha scelto come nome per la sua casa editrice, è quello di Viareggio, colto dall’amico fotografo Sergio Fortuna. Ferma una vela che va nel mare e una persona che cammina, a piedi, nella direzione opposta, all’interno di quel rifugio che è il molo che abbraccia il porto di Viareggio. “Mentre cercavo un nome per la casa editrice che stavo per aprire – racconta – ho visto quella foto, appesa alla parete del mio ufficio”. E così, nel 2005, è nata la Edizioni il Molo. La nuova avventura nel campo dell’editoria, per Gian Luca Muglia, dove mettere a frutto gli anni di esperienza maturati lavorando per la “Mauro Baroni Editore”.

E dire che quella per i libri e l’editoria è stata una passione esplosa tardi in Gian Luca. Studente un po’ svogliato, da adulto lettore saltuario, come la gran parte degli italiani. Poi la scintilla, innescata da un libro che gli aveva prestato il cognato Mauro, editore. Da allora non ha più smesso di divorare libri. I grandi classici, naturalmente, ma anche autori emergenti. “Purché siano autori che hanno da dare qualcosa al lettore”. Come quelli che sceglie per le Edizioni Il Molo. Molti sono gli esordienti: “Dei quali – precisa – mantengo sempre lo stile di scrittura. Questo per me è un aspetto fondamentale: lascio che sia il pubblico a giudicare”.

Un aspetto che caratterizza Gian Luca Muglia anche nella sua attività di consulente editoriale, per chi ritiene che meriti di raggiungere una dimensione più ampia. Perle a volte, che rischiano di perdersi nel mare dell’editoria. “Ogni anno – ricorda – vengono pubblicati migliaia di libri. In Italia si legge poco, ma tutti scrivono. E tra tutti questi aspiranti scrittori, dove trovo un’emozione vado a proporre il mio progetto editoriale, anche per portare l’autore a livelli maggiori”.

Perché il talento, spesso, non basta, se non si ha qualcuno che conosce il settore dell’editoria, in grado di farlo emergere. “Con una persona di esperienza a fianco – spiega – si possono evitare tanti errori e seguire un percorso di valorizzazione, spendendo il meno possibile. Difficilmente la notorietà arriva con un solo libro. Come in tutte le professioni bisogna scrivere molto, prima di raggiungere una buona notorietà e un pizzico di fortuna non guasta. Soprattutto, devi partecipare a eventi per far conoscere le tue opere, metterti alla prova in premi letterari”.

E di riconoscimenti, gli autori scovati da Muglia, ne hanno vinti molti. Nel 2007, praticamente agli esordi della Edizioni il Molo, l’affermazione al Premio Letterario Massarosa con il libro “Storia di un’ausiliaria fascista”. Bissato l’anno dopo con un secondo posto da “La finestra socchiusa” di Enzo Gaiotto. Tra i volumi e gli autori che hanno avuto maggior successo, “La porta del mistero”, di un giovanissimo Francesco Bongiorno, trionfatore a Giardini Naxos.

Fu un caso di cui si parlò molto in Italia, dopo la presentazione nel 2014 al Salone del Libro di Torino, “Dai memoriali di Vincenzo Calcara. Le cinque entità rivelate a Paolo Borsellino”, il volume della giornalista Simona Mazza e del pentito di mafia Vincenzo Calcara.

Così come “Un uomo in divisa”, il libro in cui Angelo Michele Lombardi ha raccontato la strage di Querceta del 1975, in cui fu assassinato il padre Giuseppe, appuntato della polizia di Stato.

E la toccante storia di sport, emarginazione e riscatto del cestista Abdul Jeelani, “La mano di Maometto”. Racconti che hanno portato anche una piccola casa editrice come Il Molo a vendere molte copie, ad esempio con “Fuga dal Sahara” di Sauro Del Dotto, che racconta le vicende dell’autore, allora diciottenne, nella Legione Straniera durante la guerra per la liberazione dell’Algeria 1954-1962 contro i partigiani algerini “fellagha”. Narrativa e saggistica che si uniscono ad altri generi, come i gialli della collana Brivido Caffè.

“Testimonianze – spiega Muglia – che hanno fatto crescere la nostra collana di saggistica. Insieme ad altri che arricchiscono il lettore in altri ambiti, sempre privilegiando un linguaggio semplice, diretto. Anche nella presentazione dei volumi, che avviene spesso in contesti culturali e musicali”. Perché l’autore deve accompagnare la sua opera: “Il libro – dice Muglia – senza l’autore è un libro morto”. Un autore che però è importante, soprattutto all’esordio, che non resti solo con il suo libro.

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