L’inflazione (che a gennaio ha sfiorato il 12%) trainata dai costi energetici e gli alti tassi del credito (quello applicato alle Mpi si attesta allโ8,33% sopra di 399 p.b. rispetto al tasso del 4,34% applicato alle medio-grandi) affossano le micro e piccole imprese siciliane. Per le quali l’impatto sul costo del credito รจ stimato in 178 milioni di euro. E se economicamente le imprese vanno sostenute, non รจ un buon dato leggere che le Amministrazioni comunali dellโIsola impiegano in media 46 giorni per effettuare un pagamento e questo posiziona la Sicilia tra le prime tre regioni dโItalia con tempi piรน dilatati.
Sono questi alcuni dei numeri chiave contenuti nel primo report 2023 stilato dallโOsservatorio economico di Confartigianato Sicilia. Una fotografia in chiaro scuro che, se da un lato mostra numeri allarmanti, dallโaltro sottolinea come in Sicilia, nonostante le difficoltaฬ, si รจ registrata una piccola crescita del numero di imprese, di cui molte artigiane, a conferma del fatto che lo spirito imprenditoriale non viene meno e la voglia di fare impresa non manca. Il report รจ stato presentato allโassessore regionale allโEconomia, Marco Falcone, nellโambito dellโiniziativa โA colloquio conโฆโ.
Il confronto con la Regione
โAbbiamo scelto di presentare il nostro report allโassessore regionale allโEconomia โ hanno spiegato Daniele La Porta e Andrea Di Vincenzo, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Sicilia โ perchรฉ le nostre imprese lavorano con grandi difficoltร e non possiamo non illustrare i nostri dati ed esprimere le nostre preoccupazioni a chi gestisce le casse della nostra Sicilia. La Regione fa tanto, ma spesso questo tanto non รจ cucito sulle esigenze delle nostre imprese. Dal bonus energia, che per ottenerlo รจ requisito necessario avere il Durc in regola (Durc che in questo momento di difficoltร molte aziende arrancano ad ottenerlo) al Fondo ripresa Sicilia che vede escluse proprio le Mpiโ.
Lโassessore Falcone si รจ impegnato a valutare un nuovo bando che possa aprire le porte anche alle micro e piccole imprese, cosรฌ come ha preso lโimpegno di accorciare i tempi dei pagamenti della pubblica amministrazione chiedendo un nuovo focus a distanza di un anno. Stesso discorso, per un processo di sburocratizzazione della macchina amministrativa.
โPrioritร per il governo Schifani รจ la vicinanza al tessuto produttivo della Sicilia, con lโobiettivo di avviare una nuova fase espansiva della nostra economia โ ha detto lโassessore Falcone โ. Stiamo intervenendo innanzitutto per migliorare le tempistiche sui pagamenti della Regione, cosรฌ da allinearci alla media del resto dโItalia. Giร a dicembre scorso abbiamo impresso un cambio di passo, aumentando e velocizzando la mole di liquidazioni espletate dalle Ragionerie centrali, con cui lavoriamo per aumentare ulteriormente lโefficienza. Per altro verso, occorre puntare sempre piรน sulle politiche regionali del credito, per contenere lโimpatto della crescita dei tassi di interesse e assicurare liquidirร alle imprese. Attraverso lโIrfis abbiamo giร avviato diverse misure di sostegno finanziario alle imprese siciliane e stiamo, inoltre, valutando di reperire nuove risorse per rafforzare le azioni in campoโ.
Il report
Questi i principali dati del report presentato da Confartigianato Sicilia.
PIL. Nel 2022 il PIL siciliano segna un +2,4%. Per il 2023 si prevede un rallentamento del trend (-0,4%), con un valore del PIL che resta al di sotto del livello pre-pandemia (-2,1%).
INFLAZIONE. Il raffreddamento della crescita eฬ conseguenza del perpetuarsi del clima di incertezza che scaturisce da diversi fattori di criticitร . Uno tra tutti l’inflazione che a gennaio 2023 in Sicilia segna un incremento a doppia cifra del +11,9%, dinamica che rallenta rispetto a quella del mese precedente (+14,2%) ma che resta ancora sopra di 6,4 punti rispetto ad un anno fa. Tra le province ย – analisi possibile su 6 di 9 per disponibilitร dei dati ย – tale incremento risulta piรน sostenuto a Catania (+12,6%), Palermo (+11,7%) e Messina (+11,5%).
COSTI ENERGIA. Alla crescita dei prezzi sta contribuendo in modo particolare, seppur in misura minore rispetto ai mesi precedenti, la dinamica sostenuta dei prezzi dellโenergia: i prezzi al consumo di elettricitร , gas e altri combustibili in Sicilia a gennaio 2023 registrano un incremento del +65,4%, inferiore al +126,1% registrato un mese prima ma sopra di 14,2 punti rispetto al trend di un anno fa. A livello provinciale aumenti piรน elevati si osservano per Catania (+68,7%) e Trapani (+66,0%).
Per il caro bollette si stima, nel 2022 rispetto all’anno precedente, una maggiore spesa per le Mpi siciliane di 1.384 milioni di euro di cui 326 mln a Catania, 305 mln a Palermo, di 192 mln a Messina, di 130 mln a Trapani, di 119 mln a Ragusa, di 104 mln a Siracusa, di 103 mln a Agrigento, di 67 mln a Caltanissetta e di 40 mln a Enna.
COSTO DEL CREDITO. Altra criticitร riguarda l’inasprimento delle condizioni di politica monetaria per contenere l’inflazione, condizione che determina un rialzo del costo del credito con ricadute negative sulla finanza delle imprese. Tale scenario allarma in particolare le piccole realtร produttive che sostengono, da sempre, costi del credito piรน elevati: a giugno 2022 il tasso applicato alle Mpi si attesta allโ8,33% sopra di 399 p.b. rispetto al tasso del 4,34% applicato alle medio-grandi.
Le ricadute sulle imprese della stretta monetaria sono pesanti. Nell’ipotesi di completa traslazione sui tassi alle imprese dell’aumento di 300 punti base dei tassi ufficiali BCE rilevato tra luglio 2022 e febbraio 2023 si avrebbe un impatto sul costo del credito per le MPI siciliane di 178 mln di euro.
TEMPI DI PAGAMENTO DELLA PA. A fronte delle tensioni appena descritte sulla finanza d’impresa lo Stato eฬ chiamato a fare la sua parte sostenendo le imprese in questa delicata fase anche favorendo pagamenti puntuali. I comuni della nostra regione impiegano in media 46 giorni per effettuare un pagamento, tale risultato posiziona la Sicilia tra le prime tre regioni con tempi piรน dilatati. Impiegano un maggior numero di giorni per effettuare un pagamento i comuni delle province di Agrigento (54), Messina (49) e Catania (49) e Trapani (49).
DOMANDA DI LAVORO. Al contrario delle dinamiche viste fino ad ora la domanda di lavoro tiene e nei 3 mesi di febbraio, marzo e aprile dell’anno resta tonica: le entrate previste dalle imprese siciliane con dipendenti per il periodo febbraio-aprile 2023 sono il 17,1% in piรน rispetto ad un anno fa. Il 77% delle entrate sono previste da Mpi. Tale evidenza eฬ da leggere in positivo vista la maggior propensione delle imprese di piccole dimensioni verso contratti stabili. La domanda di lavoro risulta anche piรน vivace proprio in queste realtร dove cresce, rispetto allo stesso periodo di un anno fa, del 24,2%.
FIGURE DI LAVORO DIFFICIILI DA REPERIRE. Al contempo resta elevata la quota di entrate difficili da reperire che a febbraio di quest’anno si attesta al 40,3%, in salita di 5,8 punti rispetto a un anno prima (34,5%). Tale problematica eฬ piรน sentita dalle imprese artigiane e le MPI per le prime, nel 2022, la quota di introvabili si attesta al 41,4%, sopra di 6,9 punti rispetto a quella rilevata per le imprese non artigiane (34,5%) e di 11,6 punti rispetto alla quota di un anno prima; mentre per le seconde, le MPI, la quota di entrate difficili da trovare nel 2022 si attesta al 36,8% sopra di 1,5 punti al 35,3% del totale imprese. Le professioni a maggior vocazione artigiana piรน ricercate dalle MPI siciliane e che piรน fanno fatica a trovare sono: Muratori in pietra, mattoni, refrattari, Conduttori di mezzi pesanti e camion, Elettricisti nelle costruzioni civili e professioni assimilate, Autisti di taxi, conduttori di automobili, furgoni e altri veicoli, Tecnici della vendita e della distribuzione e Montatori di carpenteria metallica.
A livello provinciale questa problematica eฬ piรน risentita dalle imprese di Caltanissetta (40,5%), Siracusa (38,8%) e Enna (37,9%).
OCCUPAZIONE. La fotografia che eฬ possibile scattare focalizzando lโattenzione sui dati Istat riferiti allโoccupazione media degli ultimi 12 mesi (IV trimestre 2021-III trimestre 2022) ci consente di prendere coscienza che lโoccupazione nella regione si avvicina ma non supera i livelli pre-pandemia (-0,2%), mentre risulta superiore ai livelli del 2021 (+0,7%). Lโincapacitร di recupero dei livelli di occupazione precrisi Covid-19 sono conseguenza della riduzione della platea di occupati indipendenti (- 3,7%), poichรฉ quella dipendente cresce (+0,8%).
DEMOGRAFIA DI IMPRESE. Dallโanalisi della demografia delle imprese si osserva come, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla pandemia sulla natalitร e mortalitร delle imprese si sia riassorbito. Dopo il brusco stop del 2020 e il rimbalzo del 2021, con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 2 mila attivitร in piรน tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,50% piรน contenuta rispetto al +1,63% del 2021. A livello provinciale tassi piรน elevati si sono registrati per Palermo (+0,81%), Messina (+0,64%) e Catania (+0,61%). Per lโartigianato il tasso di crescita 2022 si attesta al +0,24%, con valori piรน elevati registrati per le province di Palermo (+1,39%), Ragusa (+0,69%) e Siracusa (+0,51%).
COSTRUZIONI. Alle ottime performance di crescita del 2022 ha contribuito in misura maggiore il settore delle Costruzioni, che nel nostro territorio ha visto il valore aggiunto registrare l’incremento maggiore di +28,6%, rispetto al pre-pandemia. La spinta verso lโalto eฬ conseguenza che scaturisce anche dalla messa in campo di bonus: in Sicilia il Superbonus 110% ha attivato il 73,8% del valore aggiunto del settore.
Ad oggi nella regione a causa della situazione delle imprese del settore con crediti fiscali incagliati risultano a rischio 11mila posti di lavoro delle Mpi delle Costruzioni di cui 2.520 a Catania, 2.320 a Palermo, 1.700 a Messina, 990 a Ragusa, 350 a Trapani, 820 ad Agrigento, 810 a Siracusa, 550 a Caltanissetta e 360 a Enna.
Rispetto al percorso previsto per il prossimo decennio dalla direttiva europea sugli edifici green eฬ possibile stabilire il punto di partenza, per il nostro territorio, tenendo conto dei seguenti numeri: 87,5% edifici residenziali costruiti oltre 30 anni fa (prima del 1990), 26,2% di edifici residenziali in stato di conservazione mediocre-pessimo e 76,7% di edifici nelle classi energetiche meno efficienti (F-G). Tra le province quote maggiori di edifici in classi energetiche meno efficienti si rilevano a Enna (87,1%), Caltanissetta (81,6%) e Agrigento (81,5%).
La stretta monetaria rappresenta un altro fattore critico che potrร comportare ricadute pesanti sul settore traino della crescita, giร in forte difficoltaฬ a causa dei crediti incagliati nei cassetti fiscali. Tale preoccupazione risulta elevata poichรฉ da sempre sono le imprese di questo comparto a sostenere i costi piรน elevati del credito: gli ultimi dati riferiti a giugno 2022 difatti mostrano un tasso di interesse pagato dalle imprese delle costruzioni, del 3,91%, superiore di 125 p.b. rispetto al tasso del 2,66% pagato dal totale imprese.