Un italiano su tre a tavola è virtuoso, ma c’è una stessa percentuale di persone che non si cura del cibo che viene sprecato. In vista della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (5 febbraio), Babaco Market – ha commissionato a BVA-Doxa una ricerca per tracciare l’identikit dei consumatori italiani a tavola.
L’analisi – sintetizzata da Foodaffairs – individua i profili di quattro comportamenti a tavola.
I VIRTUOSI (30%): “Mi organizzo e faccio tutto il possibile per non sprecare il cibo”
Il 30% è consapevole dell’entità dello spreco alimentare e dei suoi effetti sull’ambiente. Queste persone presentano un’elevata attenzione a non sprecare cibo, per questo sono molto organizzati: acquistano piccole quantità di cibo, adottano un menù settimanale per regolarizzare acquisti e consumi. Amano molto la frutta e la verdura fresca, sono attenti alla stagionalità e l’origine italiana è prioritaria nelle scelte di acquisto. Meno sensibili al prezzo, sono i più propensi a usare siti e app che supportano cibi made in Italy e pratiche antispreco.
I PARSIMONIOSI (16%): “Non spreco per risparmiare”
Questa categoria rappresenta il 16% degli intervistati. Sono meno consapevoli dell’entità dello spreco alimentare e del suo impatto sull’ambiente. Ma prestando massima attenzione a non sprecare cibo per questioni di risparmio, non buttano via niente grazie ad un’organizzazione delle scorte per data di scadenza e all’acquisto di prodotti durevoli. Sono poco amanti di frutta e verdura fresca e più sensibili al prezzo.
I NON CURANTI (33 %): “Conosco il problema, ma non mi attivo particolarmente”
Un italiano su tre, pur conoscendo il problema dello spreco alimentare, non se ne cura. Persone che hanno una gestione degli alimenti poco oculata: si dimenticano di consumare il cibo, ne acquistano troppo o in formati troppo grandi e ne avanzano quando cucinano. Sono poco amanti di frutta e verdura fresca, stagionalità e provenienza dei prodotti non gli interessano. Acquistano spesso verdure surgelate o conserve e sono poco organizzati: non hanno l’abitudine di fare una lista della spesa o una programmazione dei consumi alimentari.