Nel 2022, gli italiani, hanno speso 2,6 miliardi di euro in più per portare in tavola pane e pasta, la verdura è venuta a costare 2,3 miliardi in più, la carne 2,2 miliardi in più rispetto al 2021. I dati arrivano dall’analisi Coldiretti e sono stati riportati da Italiafruit. Nel 2022, c’è stato l’aumento più ampio dei prezzi dal 1985, soprattutto a causa del rincari dei beni energetici dovuto alla guerra in Ucraina.
In totale, per acquistare beni alimentari, le famiglie hanno dovuto pagare nel 2022 13 miliardi in più. A causa dell’aumento dell’inflazione del 9,1 per cento. Se al primo posto dei rincari troviamo pane e pasta e cereali, al secondo ci sono le verdure, poi le carni. Seguono latte, formaggi e uova con 1,8 miliardi di esborso supplementare. E ancora: pesce (+1 miliardo), frutta (+0,9 miliardi), olio, burro e grassi (+0,8 miliardi), che è la categoria che l’anno scorso ha visto correre di più i prezzi, quindi bevande analcoliche (+0,8 miliardi). A chiudere questa classifica, ecco zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci (+0,4 miliardi), sale, condimenti e alimenti per bambini (+0,2 miliardi).
L’81 per cento degli italiani ha fatto una lista ponderata degli acquisti da fare per tenere sotto controllo le spese d’impulso. Secondo Coldiretti/Censis, il 72 per cento ha fatto la spesa nei discount, l’83 per cento ha puntato sui prodotti in offerta e in promozione.
Nelle campagne la situazione è difficile. Il 13 per cento delle aziende agricole ha dovuto cessare l’attività, il 34 per cento lavora con reddito negativo, come segnala in Crea. In agricoltura, si registrano aumenti esorbitanti dei prezzi: dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti riguardano anche l’alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica.
“La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscano un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa”.
“Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro – precisa Prandini – progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Un impegno che – conclude Prandini – ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”.