In Toscana in 10 anni dimezzati prati, pascoli e orti familiari. A denunciare il consumo di suolo e il fenomeno dellโabbandono delle campagne esasperato dalla presenza degli ungulati e dei predatori ed i bassi compensi riconosciuti agli agricoltori รจ Coldiretti Toscana, che evidenzia come tutto ciรฒ abbia giร contributo alla perdita di 105mila quintali di prodotti agricoli, che avrebbero potuto essere coltivati e raccolti.
La progressiva ed inesorabile trasformazione del territorio regionale e la conseguente perdita di suolo agricolo e naturale a favore di case, capannoni e superfici artificiali in generale, unito al fenomeno della frammentazione fondiaria hanno causato un progressivo e pericoloso ridimensionamento della presenza delle attivitร agricole sopratutto nei territori montani e collinari.
Una โfugaโ che ha portato appunto alla forte riduzione delle superfici destinate a prati e pascoli (-53,4%) negli ultimi dieci anni ed insieme delle zootecnia ma anche degli orti familiari (-53,4%), che hanno rappresentato una fonte di autoconsumo fondamentale per decenni, e delle coltivazioni legnose agrarie (-15,7%). A dirlo รจ Coldiretti Toscana sulla base dellโelaborazione dei dati Ispra sul consumo del suolo e dellโIrpef.
โDobbiamo invertire una tendenza molto pericolosa e rimettere lโagricoltura con la produzione di cibo e la salvaguardia del territorio al centro del sistema paese. โ spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – La presenza delle aziende agricole garantisce una costante e vitale attivitร di manutenzione contro il dissesto idrogeologico e lโerosione ma anche contro gli incendi innescati dagli effetti dei cambiamenti climatici. Lโultima generazione รจ responsabile della perdita in Italia di oltre ยผ della terra coltivata per colpa della cementificazione e dellโabbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto in maniera purtroppo irreversibile la superficie agricola utilizzabileโ.
Gli ettari destinati ad uso agricolo si sono ulteriormente ridotti tra il 2012 ed il 2020 nella nostra regione di circa 600 ettari cosรฌ come le superfici naturali per circa 2.600 ettari mentre, al contrario, hanno continuato ad espandersi le aree urbane con un incremento di 3.270 ettari secondo lโIspra per un totale di suolo consumato di 141 mila ettari pari al 6,17% dellโintera superficie regionale. La perdita di suolo agricolo, destinato quindi allโattivitร primaria, ha subito una preoccupante accelerazione tra il 2012 ed il 2020 nonostante la legge regionale approvata 65/2014. La maggiore riduzione stimata ha riguardato i terreni in pianura e principalmente terreni destinati a seminativi con 64 mila quintali e le foraggere con 26 mila quintali che insieme rappresentano lโ86% del totale di tutte le colture analizzate potenziali che comprendono anche vigneti, oliveti e frutteti. Dati che confermano lโinarrestabile contrazione delle superfici destinate alla produzione di grano, mais, girasoli di cui oggi siamo fortemente deficitari e che lโindustria ha preferito in nome del profitto acquistare allโestero piuttosto che riconoscere compensi adeguati agli agricoltori.
Coldiretti Toscana torna a ribadire la necessitร di โaccelerare sullโapprovazione della legge sul consumo di suolo, ormai da alcuni anni ferma in Parlamento, che potrebbe dotare lโItalia di uno strumento allโavanguardia per la protezione del suo territorio. Una esigenza che si estende a livello comunitario dove la task force, formata da ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food e WWF e altre 500 associazioni promotrici di โPeople4Soilโ che hanno aderito al network europeo (www.salvailsuolo.it), ha lanciato un appello rivolto alla Commissione Europea, che fa riferimento allโobiettivo delle Nazioni Unite di fermare il degrado di suolo a livello globale entro il 2030. โConsumo di suolo ed abbandono colturale, ed in particolare dei territori marginali a causa dellโemergenza ungulati e dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori devono imporre al nostro paese un cambio di rotta nellโapproccio alla tutela della risorsa suolo. Approccio che oggi รจ totalmente insufficiente se vogliamo ridurre la nostra dipendenza dallโestero e difendere le comunitร dai rischi climatici con lโ89% dei comuni toscani che si trova in zone a rischio alluvione o franeโ.