E’ un momento importante, poiché dopo 20 anni si giunge al rinnovo del contratto integrativo in Toscana per la cooperazione sociale, che riguarda circa 550 cooperative e si applica a oltre 30 mila lavoratrici e lavoratori, se restiamo alla stima delle sole cooperative aderenti alle tre associazioni di impresa sottoscrittrici.
Un contratto che ha introdotto e rivisitato positivamente questioni rilevanti per i lavoratori come il tempo vestizione, il rimborso spese chilometrico, congedi per le donne vittime di violenza, indennità per attività di soggiorno e altri importanti articoli che saranno comunicati ai lavoratori in assemblee che si svolgeranno nel prossimo mese.
E’ evidente dunque che la portata dell’accordo è ben più ampia, proprio perché questo contratto di livello regionale dovrà essere rispettato anche dalle cooperative che hanno sede fuori regione e quelle non aderenti alle organizzazioni datoriali.
Uno strumento di riunificazione dunque, che dovrà impedire ciò che è accaduto fin troppo spesso, cioè la frantumazione del contratto e la non omogeneità delle condizioni applicate alle lavoratrici e ai lavoratori.
Si recupera la storia e il valore di un contratto che ha contribuito alla crescita del mondo cooperativo e si reintroducono regole uniformi e quindi eque.
“Questa è la sfida che abbiamo davanti”, dichiarano Bruno Pacini della Fp Cgil, Andrea Nerini di Fp Cisl e Alessandro Gualtieri di Cisl Fisascat, “mentre starà alla politica regionale agire il ruolo decisivo che le compete, per adeguare i costi di conduzione e convenzione ai rinnovi contrattuali siano essi contratti di livello nazionale o regionale”.
Ruolo importante anche al sistema dei comuni, che con la Regione rappresenta la committenza pubblica più importante per questo contratto: “Siamo consapevoli dello stato di crisi economica che sta distruggendo il tessuto produttivo nazionale e anche dei mancati adeguamenti dei finanziamenti da parte del governo centrale – proseguono i tre sindacalisti – ma non possono essere lavoratrici e lavoratori a pagarne le conseguenze. Per noi il primo patto politico resta quello con chi rappresentiamo ed ognuno deve provare a fare la propria parte, datori di lavoro e committenza pubblica. Aver rinnovato questo contratto regionale non esaurisce la discussione: proseguiremo il confronto, soprattutto in merito alle regole di ingaggio di queste lavoratrici e lavoratori che, non dimentichiamolo, sono al servizio della comunità”.