Castagna umbra: sì all’iter per riconoscere il marchio di tutela

Riconoscimento con marchio di tutela per la castagna umbra quale prodotto di qualità ed identità territoriale. È quanto emerso dalle audizioni di ieri in Seconda Commissione, presieduta e promossa da Valerio Mancini, da parte di Sindaci ed Amministratori locali dell’Alta Valle del Tevere, dai massimi rappresentanti delle maggiori Associazioni agricole e dagli stessi componenti della Commissione.

Dagli interventi dei Sindaci ed amministratori dei Comuni di Citerna, San Giustino, Montone, Monte Santa Maria Tiberina, Città di Castello e dalle associazioni Cia, Confagricoltura e Coldiretti è emerso un quadro da cui si evince che, sostanzialmente, la castanicoltura rappresenta un’attività storica dell’Umbria dalla quale emerge uno strettissimo legame con il territorio e chi lo vive. La castagna, insieme ad altre importanti eccellenze, è sinonimo di identità culturale ed economica del territorio regionale. È comunque fondamentale mettere insieme tutti i produttori per raggiungere una massa critica capace di sostenere i costi che gli stessi consorzi saranno chiamati a sostenere per la valorizzazione del prodotto e la sua promozione. In questo percorso un ruolo di rilevante importanza potrà essere svolto dai Gal territorialmente interessati.

A spiegare l’iter per il raggiungimento della registrazione del prodotto è stato Federico Mariotti del Parco tecnologico 3A, mentre per l’assessorato regionale è intervenuto il dirigente Franco Garofalo che ha spiegato come il ruolo della Regione riguarda l’espressione del parere mentre il riconoscimento spetta al ministero delle Politiche agricole. Garofalo ha precisato poi che in Umbria ci sono, ad oggi, circa 450 ettari di produzione di castagna dove maggiore produzione riguarda il territorio di Monte Santa Maria Tiberina, 123 ettari sono nel comune di Spoleto e 112 ettari in quello di Città di Castello, a seguire ci sono altri piccoli appezzamenti in altri territori. In totale, in Umbria sono operativi 168 produttori, di cui 46 a Spoleto, 40 a Città di Castello e 25 a Monte Santa Maria Tiberina.

A margine delle audizioni, il consigliere Michele Bettarelli (Pd) ha espresso massima condivisione sulle proposte emerse sottolineando, tra l’altro, l’importanza di coinvolgere tutti i territori interessati da questa produzione per fare massa critica. Importante – ha detto – è il coinvolgimento dei Gal.

Il presidente della Commissione, Valerio Mancini, ha definito di grande importanza e rilevanza i contributi arrivati dagli amministratori locali e dalle associazioni agricole. “Valorizzare il prodotto attraverso il marchio IGP vuol dire anche tutelare il territorio e le imprese agricole. Come Commissione – ha assicurato – ci faremo promotori con le tre associazioni agricole per la predisposizione e costituzione di un fascicolo contenente le varie relazioni richieste per il riconoscimento del marchio: storica, socio-economica e tecnica e quindi per il disciplinare di produzione. A fine mese prevediamo un nuovo incontro per fare il punto su questa importantissima
tematica”.

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