In Piemonte sono 9 mila le aziende che coltivano nocciola. La Granda, la provincia di Cuneo, è la prima a livello regionale con 4.700 aziende del settore e più di 16 mila ettari occupati dalla coltura. La raccolta si è conclusa e, con appositi macchinari, adesso si sta selezionando ciò che è buono; successivamente, verrà essiccato.
Fabio Bottero di Carrù, presidente della Cia di Mondovì, ha parlato a La Voce di Alba di come è stata la stagione produttiva 2022-2023: “A giugno le prospettive erano davvero buone, con le piante cariche di frutti. Dopo, alcuni gravi problemi hanno compromesso in modo disastroso la stagione”. Aggiunge: “Abbiamo dovuto fare i conti con la perdita di numerose nocciole che non hanno completato il ciclo di maturazione e sono state espulse naturalmente dalle piante. Il caldo e la siccità hanno provocato uno stress climatico che non ha consentito in molti casi al frutto di riempire totalmente il guscio. Perdendo, così, in resa e qualità. Inoltre, i forti temporali con vento di inizio agosto hanno spaccato tanti rami contribuendo in modo determinante alla mancata produzione”.
Le perdite rispetto a dodici mesi fa sono del 70 per cento, ma in alcuni casi si arriva al 90 per cento: “Quest’anno, a seconda delle aree, la raccolta, quando è andata bene, ha portato due quintali di prodotto per giornata piemontese. Negli altri casi, si è fermata a un quintale per giornata”.
Situazione difficile, dunque: “A oggi non abbiamo ancora un prezzo di vendita. C’è molta incertezza. La speranza è che possa essere almeno sopra gli 8 euro punto resa. Però, data la scarsissima quantità raccolta e quanto si deve scartare nella selezione in ogni caso non si possono recuperare le spese sostenute. Anzi, la perdita economica è notevole”.
Anche il futuro non è roseo: “Sicuramente le prospettive non sono buone, in quanto le piante hanno risentito in misura troppo rilevante della siccità. Sono stremate. Tanti cespugli stanno seccando. Se non piove nei prossimi quindici-venti giorni, li perderemo per sempre. Inoltre, ci sarà bisogno di un inverno normale in modo che la pianta posso formarsi e compiere il suo ciclo vegetativo per la nuova annata. Situazioni climatiche che, se non si verificheranno, ci stanno dando parecchie preoccupazioni. E comunque, poi, servirà un lavoro non indifferente di potatura”.