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Con la pandemia apprezzato di più l’olio extravergine di oliva

olio

Nei due anni della pandemia da Covid la domanda mondiale di olio d’oliva vergine ed extra-vergine è cresciuta, chiudendo il 2021 a quota 6.3 miliardi di euro (+5.3% rispetto al 2018). E’ quanto evidenzia TuttoFood (su dati ExportPlanning), nell’indagine riportata da FoodAffairs. Una spinta data dalla maggiore attenzione ai benefici per la salute dell’olio di oliva.

L’oleturismo

E insieme all’olio di qualità cresce l’oleoturismo, in tutta la Penisola. Con iniziative e tour legati ai luoghi di produzione e di assaggio dell’olio extravergine di oliva. Legando ad esse anche visite culturali e momenti in cui si fa conoscere la cultura olearia.

L’Italia, con 642.000 aziende, 1.133.000 ettari in coltivazione e 160 milioni di piante, è il secondo produttore mondiale di olio extravergine di oliva. Con oltre 500 varietà iscritte nel Registro nazionale.

I mercati di esportazione

L’Italia è anche il  secondo esportatore di olio extravergine di oliva. I mercati di maggior approdo dei prodotti italiani sono gli Stati Uniti, la Germania, il Giappone e la Francia. Buone sono comunque le esportazioni in tutti i Paesi del centro nord Europa.

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