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Le autofficine della Sardegna versano un momento di grande difficoltà. La Confartigianato ritiene che si debba procedere con una defiscalizzazione importante.

di Marcello Guerrieri
29/09/2022
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L’elenco dei punti dolenti inizia a farsi lungo: i carrozzieri e meccanici della Sardegna scontano una serie di difficoltà, che si stanno sommando in quella che può definirsi una tempesta perfetta: l’aumento dei costi energetici dopo due anni di difficoltà dovute alla pandemia. I costi legati all’energia stanno crescendo a dismisura senza che vi sia la certezza che tali aumenti siano destinati a rallentare. Questi ultimi sviluppi potrebbero essere per diverse carrozzerie l’ultima goccia che fa traboccare il vaso e costringere persino alcune attività a chiudere i battenti. In questa situazione, infatti, il settore registra una lunga frenata, che dura ormai dall’inizio della pandemia, che coinvolge la filiera dell’autoriparazione in Sardegna, e che interessa 2.747 imprese, di cui 2.276 artigiane (82,9% sul totale delle attività), che si occupano della riparazione delle carrozzerie e delle parti meccaniche dei veicoli. Il comparto offre lavoro a 9.217 di cui ben 8.916 che trovano impiego nelle micro, piccole e medie imprese.
Il paragone tra i dati del primo trimestre 2022 e l’analogo periodo del 2021, in Sardegna fa registrare un calo del -1,4% tra tutte le imprese del settore e del -1,6% su quelle artigiane. Se invece si confronta la dinamica annuale tra il 2019 e 2021, il calo è del -3,6% sul totale aziende (peggior dato in tutta Italia) e del -5% tra quelle artigiane (terzultimo dato in Italia).
E’ questa, in breve, la fotografia sulla filiera dell’automobile che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha esaminato i dati 2019-2022 delle Camere di Commercio su “Numeri chiave sulla filiera auto nel 2022” nell’Isola.
A livello provinciale, la maggior parte delle imprese di autoriparazione opera nell’area Sassari-Gallura con 845, segue l’ex provincia di Cagliari con 686, seguita dal Sud Sardegna con 522, da Nuoro con 442 e Oristano con 252.
Del milione e 89mila autoveicoli che sfrecciano sulle strade sarde, ben 369mila sono classificate fino a Euro3 (il 33%), mentre quelle in classe Euro 5 e 6 sono 400mila. Ben 750mila autoveicoli hanno più di 10 anni, di cui 428mila hanno più di 16 anni.
Importante, seppur lenta, la crescita delle auto ibride ed elettriche: sul totale delle autovetture immatricolate nell’Isola, quelle a propulsione esclusivamente elettrica sono passate da 730 a 1.653 in 2 anni, mentre quelle a formula mista ibrida/elettrica sono passate da 6.945 a 14.590, per un totale di 16.243 (erano 7.675).
“Il mercato dell’autoriparazione nell’Isola è ancora in profonda crisi – commenta Giuseppe Pireddu, delegato di Confartigianato Sardegna per l’autoriparazione – e resta caratterizzato da una crisi sia della domanda, per gli effetti della pandemia e della guerra, sia delle difficoltà di fornitura alle case automobilistiche di componenti essenziali come microchip e cavi” “Insomma la prognosi per il settore resta “riservata” – rimarca – la guarigione ancora non si intravede e una nuova minaccia incombe: una stangata sui listini dei prezzi dovuta al caro energia per i costi di produzione. Basti pensare che la bolletta è aumentata, in media, del 46,3% tra il primo e secondo trimestre di quest’anno ed è triplicata rispetto allo scorso anno: come possiamo non usare i forni per la verniciatura o i banchi per i test?”. “In queste condizioni, è ovvio che le imprese calino e quel che è peggio, è chi resiste non vede aumentare il proprio giro d’affari – aggiunge Pireddu – le imprese pur di non chiudere stanno limando all’osso i listini erodendo la parte di guadagno. Con i prezzi assurdi dei pezzi di ricambio ad esempio, sempre più si rischia di lavorare in perdita”. Nonostante tutto ciò, i prezzi delle officine, nella stragrande maggioranza dei casi (87%) si sono mantenuti su livelli normali, senza aumenti.
Ma la categoria deve fare i conti anche con le spese per il continuo aggiornamento delle attrezzature e del personale, necessarie per garantire sia standard qualitativi adeguati alle richieste dei clienti, sia per far fronte agli adempimenti burocratici sempre più complessi e onerosi, erodono sempre più il margine di guadagno delle attività.

“Durante il lockdown noi autoriparatori siamo rimasti aperti per dare un servizio agli operatori dei settori essenziali – ricorda Pireddu – di conseguenza non abbiamo avuto ristori, sebbene i cali drastici di fatturato siano arrivati già in quel periodo. Oggi affrontiamo una situazione ancora più complicata: le macchine sono rimaste nei garage, anche a causa del lockdown e smart working, per molti mesi e così il numero degli interventi è molto diminuito. Eppure, bisogna prestare comunque attenzione a mantenere in sicurezza i mezzi, perché conservino inalterate le prestazioni e non rappresentino un pericolo sulle nostre strade”.
Ma una soluzione per evitare la desertificazione del settore potrebbe esserci: “Come ormai diciamo da anni – conclude il delegato di Confartigianato Sardegna per l’autoriparazione – un modo per far ripartire la categoria e, nello stesso tempo, agevolare gli utenti, consiste nella defiscalizzazione della riparazione. Questa è una richiesta che più volte abbiamo avanzato a tutti i Governi e crediamo che questa volta sia giunto il momento decisivo per attuarla”.
Al di la di queste problematiche, il settore cresce e si rinnova.
Il crescente utilizzo delle tecnologie digitali, infatti, profila una domanda di lavoro sempre più caratterizzata da una maggiore diffusione di competenze digitali.
I dati che arrivano da Unioncamere mostrano come negli ultimi anni le imprese ricercassero, a livello nazionale, oltre 25 mila meccanici artigianali, riparatori di automobili. Al 66,8% di questi erano richieste competenze digitali, come l’uso di tecnologie internet, e la capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale; al 46,3% erano richieste capacità di utilizzare linguaggi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative; invece, al 42,9% era richiesta la capacità di gestire soluzioni innovative nell’ambito di ‘impresa 4.0’, applicando tecnologie robotiche, big data analytics e internet delle cose ai processi aziendali. Nel tempo si osserva un incremento della quota di imprese alla ricerca di meccanici e riparatori di automobili dotati di un alto livello di competenze digitali e di competenze necessarie per l’utilizzo di tecnologie 4.0.
Filiera automobile, Sardegna, Confartigianato, bollette,

 

Tags: bolletteConfartigianatoFiliera automobileSardegna
Marcello Guerrieri

Marcello Guerrieri

Esercita la professione di giornalista da oltre trent’anni: ha esordito con la cronaca locale per la redazione ternana de il Messaggero, per la quale ha anche curato, per un lungo periodo, pure gli aspetti sindacali ed economici delle aziende della provincia di Terni. Collabora tuttora col giornale romano. Ha seguito sin dall’inizio, l’evoluzione dei nuovi media, curando numerosi siti come quello di “Terninrete”

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