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Coldiretti Umbria: 5 mila imprese lavorano in negativo, 1.500 rischiano di chiudere Si punta sul 'Parco agrisolare', il cui bando aprirà il 27 settembre e che è inserito nei progetti del Pnrr: “Un primo passo, seppure con alcune criticità”

di Alessandro Pignatelli
15/09/2022
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I rincari di energia e dei costi di produzione in genere stanno portando 1/3 delle aziende agricole a lavorare in condizione di reddito negativo, ma oltre 1 su 10 rischia la chiusura. È il forte allarme rilanciato dalla Coldiretti dell’Umbria, nel ribadire la necessità di provvedimenti immediati, in grado di dare respiro al sistema produttivo.

Considerando solo le aziende agricole registrate in Camera di Commercio – spiega Coldiretti – i numeri portano a stimare in Umbria che circa 5000 imprese agricole hanno reddito negativo e oltre 1500 sono a rischio chiusura con quasi tremila posti di lavoro in bilico.

L’esplosione dei costi energetici e delle materie prime si riversa a valanga su tutta la filiera agricola in un contesto già difficile a causa della siccità e degli eventi estremi che hanno penalizzato ulteriormente produzioni e bilanci degli agricoltori.

“Le imprese agricole – sottolinea Albano Agabiti, presidente Coldiretti Umbria – hanno raccolto di meno per effetto di un’annata climatica a dir poco negativa, ma stanno in compenso pagando molto di più per produrre. Con l’autunno crescono i timori: i costi di ogni voce produttiva, dal gasolio ai concimi, dal cartone al vetro, dai mangimi fino all’energia elettrica, sono lievitati a dismisura progressivamente senza essere compensati da maggiori guadagni”.

“Serve intervenire subito – afferma Agabiti – per dare ossigeno all’intera filiera agroalimentare che, specie negli ultimi anni, si è dimostrata sempre più strategica non solo per il circuito produttivo ma per l’intera comunità, assicurando oltre al cibo sulle tavole anche servizi. Così non possiamo andare avanti, non c’è tempo da perdere – conclude Agabiti – bisogna agire immediatamente sui rincari dell’energia su famiglie e imprese, che mettono a rischio una filiera agroalimentare che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro”.

Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre nei consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica. “In agricoltura si registrano rincari dei costi che – aggiunge Mario Rossi, direttore Coldiretti Umbria – vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il comparto alimentare richiede – continua Rossi – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed elettricità, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro”.

Per aumentare la produzione di energia rinnovabile e pulita, Coldiretti ha chiesto ed ottenuto dal Governo 1,5 miliardi di euro per installare sugli edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale gli impianti fotovoltaici attraverso il bando del “Parco Agrisolare” che aprirà il 27 settembre, inserito nei progetti del Pnrr. “Un primo passo, seppur con alcune criticità, per poter sopravvivere e puntare su un’autosufficienza energetica “pulita” – conclude Rossi – e che deve andare nella direzione di una semplificazione burocratica, che, specie in questo periodo, l’intero sistema produttivo richiede”.

Tags: CDEARTICLEColdiretti UmbriaParco AgrisolareUmbria
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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