Garau, Angac: “Gestori distributori di carburanti sono la parte debole del sistema”

Gabriele Garau, direttivo Angac

“E’ arrivata anche l’obbligatorietà del Pos nelle stazioni di servizio che aggrava ulteriormente i costi per i gestori”. Inizia così la lunga serie di criticità che Gabriele Garau, membro del direttivo Angac (Associazione nazionale gestori autonomi di carburante), porta all’attenzione di tutti.

Garau spiega da dove deriva la speculazione di cui si parla tanto negli ultimi mesi: “Il prezzo dei prodotti petroliferi è “manipolato”, e di conseguenza determinato, dai mercati Futures e da quello dei derivati. Basti pensare che i Futures sono circa il 95% del mercato dei prodotti petroliferi contro il solo 5% del greggio realmente estratto e commercializzato e sono caratterizzati da forte instabilità e volatilità, da sofisticazioni e forte dipendenza dallo scenario economico/politico mondiale, ampia liquidità, modalità equiparabile a quella in essere in Borsa o sul mercato dei tassi e dei cambi”.,

Aggiunge: “Per quanto sopra, si evince che questo mercato è gestito da società in evidente conflitto d’interesse. Si comprende, così, come il mercato petrolifero mondiale non possa essere definito “libero” bensì un monopolio speculativo in mano a fondi d’investimento. Faccio un esempio pratico: oggi il prezzo del petrolio è quotato a 110 dollari al barile, prima era di 140, ma la benzina prima costava 1,30€/lt e oggi costa 2,20€/lt. È evidente che abbiamo un’anomalia”.,

Usa parole importanti Garau: “E’ una truffa conclamata a 360° ai danni dell’utente finale”.

E la speculazione continua anche sul fronte contrattualistico: con le liberalizzazioni è stata introdotta una nuova modalità operativa: “fai da te” e” servito”. “Ci troviamo di fronte ad una disparità di prezzo sulla stessa materia, le compagnie petrolifere applicano due listini differenti a seconda che si scelga il “fai da te” o il “servito”. Il prezzo del servito è di 40 centesimi superiore a quello del “fai da te”, e non è il gestore ad intascare questa differenza, ma le stesse compagnie petrolifere. Se per il “fai da te” si paga 1 euro e il costo del gestore è di 5 centesimi, dovremmo avere un servito di un 1,05 €, non di 1,40 €,”.,

“Angac si è battuta anche nelle sedi ministeriali per questa situazione, ma le istituzioni si sono sempre negate” dice Garau. Poi precisa: “Eravamo già seriamente in difficoltà per le leggi sulla concorrenza. Il comparto è in decadenza, i margini di guadagno non ci sono più e neanche normative che vadano incontro alla parte più debole, ovvero il gestore della pompa di benzina. Si evidenzia il fatto che la nostra è l’unica categoria del commercio che, a fronte di aumenti dei costi di gestione, non può ribaltarli sul prezzo finale in quanto imposto dalle compagnie petrolifere”.,

Inoltre, le forme contrattuali applicate alla categoria prevedono un margine fisso a dir poco “irrisorio”: “Significa che il gestore guadagna sul pro-litro e non in percentuale sul prezzo finale, pertanto più il prezzo di vendita è basso e concorrenziale, più si vendono litri e più il gestore guadagna. In questo periodo dove i prezzi sono alle stelle, siamo di fronte ad una riduzione delle vendite e di conseguenza ad una diminuzione dei guadagni che a malapena servono a coprire i costi di gestione”.,

Garau affronta anche il discorso delle accise: “Abbiamo assistito alla riduzione delle accise che ha gravato pesantemente sul conto economico del gestore, il quale si è trovato dall’oggi al domani a diminuire il prezzo del carburante rimettendoci le accise già pagate sulle giacenze esistenti al momento della riduzione. L’utente finale ha avuto lo sconto, il gestore ci ha rimesso di tasca sua la parte scontata. Angac, per tutelare i propri associati, grazie all’avvocato Faustino Liuzzi, ha intrapreso un contenzioso per recuperare le somme perse”

E ancora: “Avevamo chiesto il ritorno al prezzo amministrato per un arco di tempo determinato, il periodo della crisi, ma ad oggi non siamo stati ascoltati”.

Dice: “Con l’abbassamento delle accise non c’è stato alcun beneficio, ma l’effetto contrario: la parte scontata è stata erosa e i prodotti petroliferi sono schizzati di nuovo oltre i 2 euro al litro”.

Altro argomento importante riguarda l’evasione: “Il mercato nero dei carburanti c’è sempre stato, oggi siamo a 8 miliardi di evasione sui carburanti, una cosa che fa rabbrividire, e lo Stato è latitante su queste cose. Non ha voluto contrastare questa situazione. Naturalmente, con un’evasione fiscale così alta, sono entrate anche le organizzazioni malavitose: c’è stata una escalation. Le liberalizzazioni scellerate hanno prodotto l’ingresso nella distribuzione dei carburanti delle associazioni della malavita. Con il nero si foraggiano tante cose, il mercato petrolifero poi va a contagiare gli altri comparti dell’energia”.

Garau vuole parlare anche delle temperature dei carburanti: “C’è un paradosso che vale centinaia di migliaia di euro. Il gestore compra il prodotto petrolifero con E-Das a 15 gradi centigradi, ma effettivamente viene poi scaricato intorno ai 25-30 gradi. Con la temperatura, i liquidi si espandono, il gestore è l’unico che compra la merce per intero e ne riceve di meno. Dove vanno a finire questi eccessi? Dove va a finire tutta questa merce o come viene messa a bilancio? E ancora: il prodotto va venduto a chili o a litri? Se si vende a litri, nasce un’altra truffa: il gestore, su mille litri scaricati a 30 gradi, potrebbe avere ammanco di 100 litri”.

Il provvedimento del Governo che ha ridotto le accise “è uno specchietto per le allodole. Avrebbero dovuto dire sì alle richieste dí Angac. Quando sentiamo le audizioni alla Camera, capiamo che non c’è l’intenzione chiara di porre rimedio alle mancanze in questo settore”.

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